La Nuova Sardegna

L’isola verso il baratro: povero un sardo su cinque

di Antonio Meloni
L’isola verso il baratro: povero un sardo su cinque

Quasi 8mila richieste d’aiuto: tra il 2017 e il 2018 il numero è cresciuto del 2% Aumentano i giovani disoccupati senza titolo di studio e crolla la natalità

12 novembre 2019
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SASSARI. Il dato che balza agli occhi è quello della povertà educativa visto che delle 7900 persone passate nel 2018 nei centri d’ascolto delle Caritas sarde, 1343 sono i “Neet”, giovani tra i 15 e i 29 anni che, secondo l’acronimo inglese, non studiano e non lavorano. Una fetta importante del 17% circa di ragazzi sardi con un basso livello di istruzione tenuto conto del fatto che il 56% di loro ha la licenza media inferiore e solo tre la laurea. E questi sono solo i contorni dello scenario desolante disegnato ieri mattina dai vertici di Caritas regionale, nella sala Isgrò dell’arcivescovado, durante la presentazione alla stampa del rapporto annuale sulla povertà in Sardegna.

L’emergenza. Un report che concede davvero poco spazio all’ottimismo e da cui emerge chiaramente che la miseria educativa, associata alla dispersione scolastica e al dramma degli abbandoni, costituisce una vera emergenza sulla quale occorre intervenire al più presto. Ciò non significa che sul fronte delle povertà cosiddette «tradizionali» la situazione sia più rosea se è vero che accanto alla disoccupazione giovanile cresce il dato della povertà relativa aumentata. Secondo il lavoro curato dal Servizio Studi e Ricerche della Caritas, la povertà relativa in Sardegna è aumentata, passando dal 17,3% del 2017 al 19,3% del 2018. Ma il dato ancora più sconcertante, se visto in prospettiva, è quel calo demografico spaventoso che porta a 26mila il deficit calcolato nel decennio 2007-2018. Certo, nessuno ha la sfera di cristallo, ma se oggi, su base statistica, dovessimo prevedere ciò che sarà la Sardegna nel breve e medio periodo, l’immagine di ritorno sarebbe quella terrificante di una terra afflitta da miseria intellettuale e spopolamento.

L’identikit. L’esercito di bisognosi, soprattutto maschi cinquantenni, per lo più italiani, che ogni giorno bussa le porte delle dieci Caritas diocesane sarde, lo fa principalmente per risolvere problemi economici dovuti alla disoccupazione. A seguire, quelli familiari e della casa, esito di separazioni e divorzi che in poche settimane lasciano per strada uomini e donne i quali presto o tardi ingrossano le file dei senzatetto. Nel 2018 il numero di persone che si è rivolto ai Centri d'ascolto delle 10 Caritas sarde è aumentato dell’11,7% rispetto all'anno precedente: 7.903 le persone ascoltate una o più volte. Si tratta soprattutto di italiani (66,%), gli immigrati sono oltre 2.500, di nazionalità soprattutto senegalese, nigeriana, marocchina e romena. Fenomeni che alimentano un altro dramma, la crescita smisurata della disuguaglianza tra categorie sociali e tra generazioni. In un contesto come quello descritto, il ruolo degli operatori dei centri d’ascolto è prezioso anche perché, come hanno rimarcato ieri, durante l’incontro con i giornalisti, il vescovo Gian Paolo Zedda (delegato Ces per il servizio della carità) e Raffaele Callia (delegato regionale di Caritas Sardegna), non si limitano a fornire sussidi, ma offrono un accompagnamento personalizzato nell’intento di superare la situazione di disagio.

Le associazioni. Naturalmente occorre il concorso di altre istituzioni perché la Caritas, seppure presente e attiva in modo capillare, non può, da sola, arginare un fenomeno tanto importante. Sul fronte delle richieste, Caritas regionale ribadisce la necessità di proseguire con il sistema degli aiuti da parte dello Stato, uno dei quali è il reddito di cittadinanza sul quale Caritas, pur tra luci e ombre, esorta a proseguire senza brusche interruzioni il cammino fin qui compiuto. Ma non è ancora tutto, infatti resta da attivare l’Osservatorio regionale sulle povertà la cui nascita – nell’ambito degli uffici di competenza della presidenza regionale – è stata più volte annunciata, ma senza esito. La presentazione del report annuale Caritas, è il primo di una serie di eventi spalmati lungo tutta la settimana, fino a domenica 17 novembre quando, voluta fortemente da Papa Francesco, sarà celebrata la Giornata mondiale dei poveri. Dopo i saluti dell’arcivescovo Gian Franco Saba, all’incontro con i giornalisti, ieri, hanno partecipato monsignor Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias, Raffaele Callia di Caritas Sardegna e Maria Chiara Cugusi, responsabile della comunicazione.

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