La Nuova Sardegna

I concessionari delle reti: senza dorsale rischio flop

di Giuseppe Centore
I concessionari delle reti: senza dorsale rischio flop

Vertice in Regione tra l’assessora Pili e i vertici di Enura, che realizza la condotta I gestori del servizio agli utenti pronti alla “rivolta” per difendere il progetto

13 novembre 2019
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CAGLIARI. Uniti per il metano, preoccupati per i segnali equivoci che arrivano dal Governo, convinti che la partita della metanizzazione sia strategica e debba essere il fulcro dell’azione di governo regionale per i prossimi cinque anni.

Se di belle parole sono lastricate le vie del buon governo, quelle pronunciate ieri in Regione dai diversi attori interessati alla partita del metano, sono importanti. I concessionari dei 38 bacini, la Snam e la stessa giunta regionale per la prima volta riuniti intorno a un tavolo, hanno dimostrato che, come in poche altre occasioni, il sistema Sardegna si vuole presentare unito ai tavoli nazionali.

L’incontro voluto dall’assessore all’Industria Anita Pili, che per l’occasione ha radunato tutto il suo staff, compreso il suo consulente, Antioco Grecu, ex manager Saras, voleva mettere faccia a faccia i concessionari che stanno realizzando i 38 bacini del metano, alcuni completati, altri in via di completamento, altri (i più periferici) un pochino più indietro, ed Enura, la joint-venture tra Snam e Sgi che sta realizzando la dorsale. Una riuninone durata diverse ore che ha sfatato i luoghi comuni di chi vedeva gli uni distanti dalle esigenze degli altri. E invece, come hanno detto chiaramente i responsabili delle aziende che a cominciare da Italgas gestiscono le reti periferiche, tutto si tiene, e la dorsale è funzionale soprattutto alle reti secondarie. La ragione sta in un solo elemento; il prezzo finale del prodotto. «Abbiamo fatto un business plan tarato su 22mila utenti – hanno detto i rappresentati di Fiamma 2000 una delle società pluriconcessionarie delle reti di bacino – ma senza la dorsale avremo solo la metà degli utenti perché molti non ritengono conveniente collegarsi alle tariffe decise dall’Autorità». Insomma, il gas delle singole reti costa troppo, e per giunta l’utente è sottoposto alle condizioni del fornitore. Il paragone più chiaro per capire come funzionerebbe il sistema lo si ha con l’energia elettrica: adesso abbiamo una rete ma più fornitori che usano la stessa rete proponendo prezzi diversi, lasciando all’utente libertà di scelta. Così avverrà anche per il gas ma a condizione di avere una sola rete e non tante piccole isole rifornite, a questo punto con autobotti. «Attraverso il sistema integrato – hanno ribattuto i dirigenti regionali – si potrà dare impulso alle attività produttive e aiutare gli utenti finali. Per trovare progetti del genere, di valenza strategica generale e particolare, bisogna tornare indietro nel tempo, alla realizzazione della rete stradale sarda nel dopoguerra». Strategia e sistema sono state le parole più citate negli interventi. Il concessionario del bacino del nord-est, il numero 1, con Arzachena e Palau è pronto a partire con i primi cantieri a gennaio, ma ha ripetuto che integrare i depositi di gpl con la rete e fare sistema è fondamentale per programmare l’attività.

E qui i concessionari hanno posto due questioni a Regione e Snam. La prima è tecnica: come integrare reti che sono state pensate e progettate in tempi diversi senza tener conto l’una delle altre, se non a grandi linee, e chi lo dovrà fare; la seconda è politica: le reti attive senza metano hanno tempi più lunghi di rientro degli investimenti; non definire una data certa per l’avvio del sistema globale sardo farà perdere ulteriori soldi ai concessionari, visto che l’Autorità continua, anche di recente a negare una tariffa cosiddetta “nazionale” persino ai singoli gestori di rete che hanno a disposizione il Gpl o l’aria propanata.

Il rischio, ben presente dalle considerazioni del consulente della Regione Grecu è che in assenza di una rete integrata rimangano a galla solo le reti più remunerative, o meno in perdita e affondino invece le reti residuali, periferiche come l’Ogliastra interna, aree del Sarcidano, aree del Logudoro, dove il numero degli utenti è talmente basso in una manciata di paesi da non poter remunerare mai il costo degli interventi. Solo con un sistema unico di remunerazione, con una sola tariffa non regionale ma agganciata e simile a quella nazionale si potranno abbattere i costi. Per la Sardegna non sarebbe certo chiedere la luna visto che ci sono esempi nel nostro paese, come ampie aree della Val d’Aosta o dell’Abruzzo dove i pochi utenti renderebbero diseconomici gli interventi per portare in quei paesi abitati da poche decine di famiglie il gas. E invece il gas arriva sino nelle valli più sperdute, e quel trasporto è pagato da tutti gli italiani, non solo dai valdostani.

«Noi stiamo lavorando per implementare reti isolate. Ci deve essere una sola rete sarda, composta dalle reti dei bacini e dalla dorsale. Ciascuna regge e giustifica l’altra», ha detto in sostanza Giuliano Patteri, direttore generale dell’assessorato all’Industria, legando l’aspetto tecnico-ingegneristico a quella normativo-tariffario. Una sola rete vuol dire rafforzare l’obiettivo di un sistema energetico sardo coeso, coerente ma soprattutto parte integrante della rete nazionale, sia pur non collegato fisicamente. e sarà questo il vero nodo da affrontare con l’autorità per le reti energetiche.

Riunione politica con la Regione che ha raccolto il grido d’allarme dei concessionari, ma anche tecnica, in un secondo momento allargata alle società interessate alla posa della fibra ottica. La realizzazione della rete del gas periferica in molti bacini ha comportato anche la posa della fibra. Lo stesso metodo si vuole seguire per la dorsale, anche se probabilmente sarà la stessa Snam a posare la sua di fibra nella dorsale, e non tanto per questioni commerciali ma per ragioni tecniche di controllo e verifica in tempo reale del sistema di trasmissione del gas. Sembrano lontani i tempi delle polemiche legate al passaggio sul gasdotto Galsi della fibra ottica ipotizzato da Tiscali, Allora le opposizioni insorsero contro Soru immaginando chissà quali disegni. Adesso quelle stesse persone siedono sui banchi della giunta e guardano con interesse all’impegno di Open Fiber per la digitalizzazione dell’isola. Open Fiber ha come interlocutore privilegiato Tiscali.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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