La Nuova Sardegna

Il Consorzio alla Bellanova: creiamo il sistema europeo

di Antonello Palmas
Il Consorzio alla Bellanova: creiamo il sistema europeo

Isola capofila per il riconoscimento di allevamenti ovini di qualità «Ora il governo migliori l’accesso al credito per le aziende della Sardegna»

13 novembre 2019
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ROMA. La Sardegna è leader nel lattiero-caseario ovicaprino, anche se l’isola non è mai riuscita a prendere in mano le leve dei comandi di un settore in cui a livello nazionale non ha competitor e a livello europeo vanta i numeri migliori. Non deve quindi stupire che sia made in Sardinia, e più esattamente provenga dal Consorzio del Pecorino romano, la proposta di riscrivere le regole fatta alla ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova. Ieri l’esponente del governo ha incontrato a Roma il presidente dell’organismo di tutela, Salvatore Palitta, che le ha prospettato un’idea: quella del riconoscimento di un Sistema europeo del latte ovino, che abbia come naturali capofila i produttori sardi, e che coinvolga anche Lazio, Sicilia, Toscana, Francia, Spagna e Portogallo. Altra proposta importante: scrivere una legge nazionale che attraverso una sanatoria riporti le aziende in bonis, ovvero nelle condizioni di avere diritto al credito bancario.

Un occhio alla sostenibilità. «L’incontro è andato bene – dice Palitta – la ministra si è dimostrata disponibile e sensibile a ciascuno degli argomenti, e ci ha nuovamente assicurato che assolverà agli impegni già sottoscritti dal suo predecessore». Ciò che più premeva era il discorso sul sistema europeo del latte ovino, che il Consorzio chiede al ministero di proporre, in modo che l’Europa lo approvi e lo istituisca. «Deve essere un sistema ben distinto da quello del latte vaccino, ad alta sostenibilità ambientale, culturale, sociale ed economica – spiega il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano Dop – È ormai indispensabile dotarsi di questo strumento, non solo per distinguere la nostra produzione dalla produzione intensiva di massa del latte vaccino, ma anche per intercettare i finanziamenti necessari a rafforzare le aree rurali dove la pecora è un presidio del territorio, per proteggere il prodotto e dunque la nostra economia. La Bellanova si è dimostrata ben disposta rispetto a questa ipotesi, e noi abbiamo già portato questo argomento a Bruxelles sui tavoli di OriGInEu».

Sanatoria e pegno rotativo. Palitta ha quindi parlato del problema degli allevatori a rischio perché non hanno più i requisiti per avere accesso al credito bancario e della necessità di una sanatoria. «Ho detto alla ministra che è indispensabile riportare quelle aziende in bonis, ovvero nelle condizioni di essere considerate solvibili dalle banche – dice – Serve un provvedimento legislativo prima possibile, per evitare il ricorso alle caparre che depotenzia la capacità contrattuale. Bonus e moratorie sono inefficaci in un sistema senza bancabilità». Inoltre, vi sta la riuscita dello strumento del pegno rotativo in Sardegna, promosso dal Consorzio e sostenuto dal sistema creditizio e dal ministero, divenuto un solido argine al crollo del mercato, ha proposto di rafforzarlo e renderlo permanente.

Il governo del latte. Palitta ha illustrato quali sono i punti deboli del Piano dell’offerta (regole farraginose, quorum richiesti troppo alti sia per la presentazione che per l’approvazione, un sistema frammentario che rende difficile arrivare a una posizione unitaria). Ha quindi ipotizzato che per farlo funzionare serva il governo del latte, questione che alcuni Consorzi hanno risolto fissando nei loro disciplinari un tetto produttivo per ettaro. Il presidente del Consorzio ha anche parlato del ruolo dei consorzi di tutela, dopo gli attacchi ricevuti da quello che dirige nelle more della vertenza del latte. Piuttosto, secondo Palitta è ormai necessario ampliarne i compiti, esigenza condivisa nel contesto europeo, essendo quello della tutela un incarico ogni giorno più impegnativo, dato che «sempre più spesso ci vengono chieste cose che vanno oltre i nostri compiti, ma per farlo servono strumenti e poteri più ampi».

Il ruolo della Regione. Salvatore Palitta quindi è soddisfatto della trasferta romana ma sembra lanciare un appello alle istituzioni politiche sarde: «Apprezziamo la disponibilità dimostrata dal ministero – conclude il dirigente del consorzio – ci aspettiamo che la Regione eserciti il suo ruolo politico per rafforzare sempre di più il sistema lattiero-caseario sardo e ne riconosca le rappresentanze».

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