La Nuova Sardegna

La Sassari-Olbia nel 2023. Troppi i cantieri fermi in Sardegna

di Luca Rojch
La Sassari-Olbia nel 2023. Troppi i cantieri fermi in Sardegna

Due giorni di manifestazioni per far ripartire le opere. Da Monte Pino alla 125

15 novembre 2019
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SASSARI. Come una corsa truccata in cui il traguardo si sposta sempre un po’ più in là. La Sassari-Olbia vede slittare ancora la sua data di fine lavori. Secondo i sindacati non sarà completa prima della fine del 2023. E sempre che tutto vada bene.

L’amara analisi arriva dal segretario regionale della Filca Cisl Giovanni Matta. «Nessuna volontà di essere disfattista, ma al contrario assoluto realismo – spiega Matta –. I lotti 5 e 6 della Sassari- Olbia vanno avanti ed entro la primavera del 2020 saranno aperti al traffico. Nel lotto 2 sono ripresi i lavori e se tutto va come previsto entro la fine del 2021 verrà inaugurato. Ma il vero problema è il lotto 4. È fermo dal maggio del 2018 e ancora non è chiaro cosa voglia fare l’Anas. Ora pare sia intenzionata a rifare il bando, ma non ci sono certezze. O meglio la certezza è il ritardo nella fine dei lavori. Anche ipotizzando che tutto vada nel modo migliore e più rapido non si finirà prima del 2023. In pratica la strada alla fine del 2012 sarà pronta a parte questo troncone centrale».

Il record. E verrebbe di parlare di record di lentezza. Se tutto andrà secondo le ottimistiche ipotesi dell’Anas saranno passati 11 anni dall’inizio dei lavori. 11 anni per raddoppiare 80 chilometri di strada a due corsie.

«Vorrei sorprendermi – dice Matta –, ma è il sistema degli appalti pubblici che è lento, e l’Anas è un pachiderma. Si è parlato di un commissario straordinario. Ma la soluzione che è stata prospettata è paradossale. Non si può pensare di fare dell’Anas il commissario di Anas. Non mi pare sia la via di uscita. Secondo noi questo ruolo deve spettare al governatore Christian Solinas, sarà poi lui a decidere a chi affidare questo ruolo. Ma posso dire con certezza che non si può pensare di portare avanti il Paese con una simile lentezza. Faccio due esempi. I lavori per rifare il tratto di strada di Monte Pino crollato nel 2013 a causa dell’alluvione sono ancora fermi. Il cantiere è partito e si è interrotto. Stesso discorso per il ponte di San Girolamo a Capoterra. Anche in questo caso si attende il via dal 2013».

La manifestazione. Proprio per puntare il dito contro la lentezza della burocrazia che uccide il settore edile i sindacati sono in piazza per due giorni. Nel primo è stato scelto come luogo simbolo la diga di Monti Nieddu. I lavori sono sospesi, vanno avanti da oltre 20 anni. «Abbiamo scelto questo – continua Matta –, ma ci sono tanti altri cantieri che attendono da decenni di essere sbloccati. Domani (oggi ndr) tutte le sigle sindacali saranno sotto il palazzo della Regione a manifestare. Abbiamo un incontro in mattinata con l’assessore ai Lavori Pubblici Roberto Frongia. Gli presenteremo le emergenze del settore».

I numeri. I sindacati hanno fatto un rapido calcolo. I soldi fermi sulle opere già affidate sono pari a 650 milioni. Ma l’Anas ha nel suo portafoglio risorse per 2,4 miliardi di euro. Soldi destinati alla Sardegna che non diventeranno cantieri prima del 2021. «Risorse indispensabili per far ripartire un settore che ha perso oltre 36mila lavoratori – conclude Matta –. Un settore che è in crisi anche per la mancanza di una legge urbanistica aggiornata che dia certezze».

Le altre opere. Ma l’elenco dei cantieri fermi è lunghissimo. «Il lotto della Sassari-Alghero è ancora in attesa delle autorizzazioni – dice il sindacalista –. Ma è tutto fermo dalla scorsa primavera. Sulla 131 il lotto di Villagreca è ripreso da poco, ma va lentissimo. Sugli altri tre lotti che riguardano l’eliminazione degli incroci a raso che vanno da Oristano a Sassari i lavori prendono il via ora solo su un lotto. Sugli altri siamo alla fase di progettazione. Dal 2018 i lavori sono fermi sulla 195 e stessa situazione anche per la 125 sul lotto di Tortolì dopo il fallimento della Oberosler».

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