La Nuova Sardegna

Ceci e fagioli sostenibili un progetto da riscoprire

di Luciano Onnis

Fermo il programma dell’ex Provincia Medio Campidano incentrato sui legumi Pochi ne seguono le orme ma i prodotti sono molto apprezzati sul mercato

17 novembre 2019
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SANLURI. Era stato denominato “Progetto vivere la campagna” e a presentarlo fu, quando ancora esisteva e funzionava, la Provincia del Medio Campidano, definita “verde” per la sua prevalente cultura a vocazione agricola. Con l’appellativo di “Provincia Verde” s’intendeva una provincia sostenibile esattamente in linea con la lotta ai cambiamenti climatici che attualmente è balzata in primo piano, grazie anche a Greta Thunberg che è diventata l'icona di un nuovo pensiero green.

L’artefice del piano era il presidente Fulvio Tocco, perito agrario ed ex tecnico Agris (l’agenzia regionale con cui continua a collaborare) che aveva messo al centro del suo programma amministrativo la questione ambientale. Correvano gli anni 2005-2007, e la giovanissima svedese Greta era ancora una bambinetta, ma già nel sud della Sardegna erano in tanti a immaginare un’agricoltura diversa. In quegli anni questo programma era stato sostenuto da un altissimo numero di agricoltori, aziende private a conduzione familiare, dai Comuni e dai sindacati del Medio Campidano. Era considerato una “buona pratica” a Bruxelles, ma inspiegabilmente fu avversato dalla Regione Sardegna.

L’ente intermedio del Medio Campidano fu il primo a livello nazionale ad aver elaborato un programma per reintrodurre in maniera massiccia la coltivazione dei legumi in pieno campo, una coltura per la ritenzione del carbonio e per l’arricchimento di azoto naturale dei terreni, che contribuisce in maniera rilevante – è stato accertato scientificamente – a rispettare quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto per la riduzione di emissione di gas e dell’effetto serra.

Nel 2012 il Programma venne bruscamente interrotto sul più bello dai tagli agli enti intermedi. Un vero peccato, perché con quel progetto agro-eco-ambientale, la campagna non era vista solo come contesto geografico territoriale, fisico, ma un grande contenitore, quasi un laboratorio, col quale ripensare lo sviluppo sostenibile del territorio. Era un periodo in cui si voleva dare un contributo essenziale alla risoluzione dei problemi dell’abbandono delle attività agricole e dello spopolamento delle aree rurali, della degradazione e l’erosione del suolo. Il progetto prevedeva di preservare il paesaggio rurale, le sue biodiversità e il suo valore estetico.

«All’epoca – ricorda adesso Fulvio Tocco – stavamo semplicemente svolgendo il nostro compito di pubblici amministratori, niente di più. Un progetto agricolo, ecologico e ambientale che veniva attuato, a burocrazia quasi zero, senza clientele. Per me “Vivere la Campagna” era un testamento politico, il punto di arrivo di una lunga esperienza compiuta sul campo. Ma anche la base solida e concreta sulla quale innestare un nuovo sviluppo economico in una Provincia a chiara vocazione agricola».

Ma qualcuno fece le orecchie da mercante e si lasciò scivolare addosso il piano della “Provincia Verde”. «La stessa Regione – riflette Tocco – per ragioni che ignoro, si defilò dopo aver partecipato alla conferenza stampa di presentazione del programma a Sanluri. E anche nel nostro stesso consiglio provinciale c’era chi remava contro solo perché quello era il loro ruolo: essere contro a priori. Eppure le questioni ambientali non dovrebbero avere posizioni ostili, come è pure ovvio che la lotta ai cambiamenti climatici passi anche per un’agricoltura sostenibile con il coinvolgimento di chi vive la campagna quotidianamente, gli agricoltori e le istituzioni. Solo un approccio che sia consapevole degli stravolgimenti in atto sul clima e delle opportunità offerte da scienza e tecnologia per fronteggiarli può aiutarci a salvare il pianeta».

Prosegue Fulvio Tocco: «I ragazzi di oggi che chiamano questa nuova presa di coscienza “La nostra unica casa”, mi hanno riportato a quegli anni in cui nacque l’idea di un piano straordinario che incentivasse la cura della campagna da attuare a burocrazia quasi zero. Il rapporto "Cambiamento climatico e territorio" del comitato scientifico dell'Onu sul clima è chiarissimo, eppure alcuni "colti" sono ancora scettici. Greta Thunberg ha il merito di aver smosso un'intera generazione a sostegno dell’ambiente globale. I giovani lo stanno dimostrando e vanno elogiati».

E ancora: «Il capitale ambiente-natura va comunque preservato – dice Tocco – l’attenzione scientifica e la sensibilità sociale nel curare il territorio sono fondamentali per alleviare i danni provocati da eventi distruttivi e straordinari. La grande mobilitazione dei giovani che hanno manifestato nelle grandi città del mondo dice che quel progetto di cura della campagna è ancora attuale e in Sardegna lo è ancora di più per la vasta estensione delle aree non antropizzate sempre più a rischio. Nel Medio Campidano – conclude amaramente Tocco – è stato interrotto un processo che ci avrebbe restituito un ambiente migliore».

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