La Nuova Sardegna

Parità di genere: le norme funzionano

CAGLIARI. Le norme contro la discriminazione delle donne in politica producono i primi risultati. In Sardegna, pur con lentezza, luci e ombre e in modo disomogeneo e irregolare, l'evoluzione è in...

22 novembre 2019
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CAGLIARI. Le norme contro la discriminazione delle donne in politica producono i primi risultati. In Sardegna, pur con lentezza, luci e ombre e in modo disomogeneo e irregolare, l'evoluzione è in atto. È quanto emerge dall'ultimo dossier presentato dall'associazione Coordinamento 3- Donne di Sardegna. Marilotti ha affrontato l'analisi delle elezioni amministrative del 2019 nell'Isola: una tornata significativa perché ha riguardato 28 Comuni, compresi cinque sopra i 15mila abitanti (Cagliari, Sassari, Alghero, Monserrato e Sinnai), per un totale di un quarto della popolazione sarda. C'è un dato che colpisce: nei dieci Comuni con più di 5mila abitanti era candidato il 43,40% di donne, oltre la soglia del 33% prevista dalla legge. Ancora: nei 5 sopra i 15mila sono state elette il 34% di consigliere, mentre in due centri sopra i 15mila dove si votò nel 2017 (Oristano e Selargius) le elette furono il 27%. Le misure di riequilibrio hanno avuto effetti positivi anche sulla composizione delle giunte nei 13 Comuni oltre i 3mila abitanti: a sorpresa le assessore nominate sono state il 52%, oltre la soglia minima antidiscriminatoria del 40%. A dimostrazione del fatto che le norme «servono», Luisa Marilotti ha messo in evidenza un dato su tutti: alcuni Comuni con meno di 3mila abitanti, proprio perché esonerati dal vincolo di legge, sono privi di assessore o vicesindache. La nota dolente riguarda l'assenza di sindache elette nei comuni con più di 5mila abitanti.

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