La Nuova Sardegna

Innovazione, il Premio Marzotto ai mattoni di latte inventati da un giovane sardo

di Giovanni Bua
Innovazione, il Premio Marzotto ai mattoni di latte inventati da un giovane sardo

L’imprenditore di Ossi ha fondato una startup. Dagli scarti caseari un termoisolante per l’edilizia

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SASSARI. Recuperare il latte di scarto dell’industria casearia e della grande distribuzione. E trasformarlo in acqua (principale materia prima da utilizzare nella produzione di centinaia di prodotti per l’edilizia) e caseina (un ottimo termoisolante industriale). Una “magia” che potrebbe rivoluzionare il settore delle costruzioni, che da solo consuma un quarto di tutte le risorse idriche globali, diventare bandiera di ecologia, riciclo ed economia circolare. E far conoscere in tutto il mondo un giovane e testardo inventore di Ossi, che oggi a Roma è stato tra i protagonisti con i suoi “mattoni di latte” del prestigioso Premio Marzotto, la principale startup competition in Italia, che annovera tra i partner Italcementi.

Lui si chiama Giangavino Muresu, una laurea in Architettura lasciata in corsa, per andare a lavorare nell’impresa edile del padre, travolta dalla crisi del 2008, un’inventiva fuori dal comune, che gli ha permesso di rialzarsi e ripartire, da un piccolo laboratorio della sua Ossi. «Lì ho elaborato progetti e miglioramenti di processo, brevettati e venduti alle aziende – racconta –. E lì ho sviluppato, in 5 anni di lavoro, l’idea che spero cambi la mia vita. E quella di tutto il pianeta. Talmente grossa che lo stesso ufficio brevetti, quando l’ho depositata nel 2016, mi ha avvisato: «occhio, con questa potresti conquistare il mondo».

Giangavino non perde tempo, nel 2017 fonda una startup, coinvolge due soci, deposita il brevetto internazionale. E inizia la sua scalata.

La prima vetta l’ha raggiunta ieri sera a Roma, al Link Campus University, dove il 33enne di Ossi ha ricevuto il premio speciale Italcementi HeidelbergCement Group, per «l’obiettivo di riduzione del consumo di acqua nella produzione di calcestruzzo grazie alla valorizzazione del latte di scarto dell’industria casearia attraverso la separazione e il successivo recupero della caseina e dell’acqua per sviluppare materiali per l’edilizia».

Un premio “pesante”. Non solo per i 50mila euro che Italccementi metterà in mano a Muresu e ai suoi due soci (un ragazzo di Cagliari e un impreditore edile di Santa Monica) «ma perché ci affiancheranno per testare la validità industriale del progetto, per farci entrare nel mercato. Produrre materiali edilizi è una cosa molto seria. Le regole e le verifiche sono stringenti. E il via libera deve arrivare da Italcementi. Il fatto che ci abbiano scelto, ci abbiano premiato, vuol dire che è fatta. Che ora, grazie al loro prezioso aiuto, passeremo dal “prototipo” alla commercializzazione. Noi siamo pronti, non vediamo l’ora».

E non solo loro. I “milk brick” hanno fatto alzare le antenne a molti nel complesso mondo delle costruzioni. «Il progetto – spiega Enrico Borgarello, direttore innovazione Italcementi HeidelbergCement Group– ha una forte valenza di sostenibilità che va nella direzione di un’economia circolare attraverso il recupero dell’acqua di scarto da un ciclo produttivo per poi riutilizzarla nella produzione di materiali per le costruzioni. Oggi, il settore delle costruzioni è in forte evoluzione per rispondere in modo positivo alla crescente richiesta della building community di materiali ad alte prestazioni per città sempre più sostenibili e “smart” e, al tempo stesso, alla necessità di un uso consapevole delle risorse naturali. Italcementi, da sempre orientata verso soluzioni innovative e sostenibili, ha deciso di premiare la startup Milk Brick per l’obiettivo di riduzione del consumo di acqua nella produzione di calcestruzzo e perché le fibre di caseina recuperate potrebbero migliorare le performance termoisolanti dei manufatti cementizi».

«L’idea – spiega Muresu – è aiutare il settore caseario, liberandolo degli scarti che spende tantissimo per smaltire, aiutare il settore edilizio e soprattutto il pianeta. Milk Brick infatti valorizza il 100% del latte recuperato senza generare residui. I prodotti hanno un ciclo di vita continuo e sono riciclabili al 100%. E preservano le risorse idriche della Terra». Che i “mattoni di latte”, partendo da un piccolo laboratorio di Ossi, sono pronti a conquistare.

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