Realtà virtuale, opportunità per tutti i settori
La Camera di commercio di Cagliari: le imprese pensano che l’utilizzo sia elitario. Creato uno sportello
28 novembre 2019
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CAGLIARI. C’è un settore, quello della realtà virtuale, o aumentata in genere, in forte ascesa e che interessa tutti i settori. «Ma le potenzialità per le piccole e medie imprese spesso rimangono sottovalutate per la limitata conoscenza dell’argomento e per la presunzione che l’accesso a tali strumenti richieda ingenti competenze e investimenti. Oggi non è più così» dice Alessandro Ruggeri, informatico della Lifetronic di Pisa.
Se n’è parlato nella sala Tola Sulis della Fiera di Cagliari nel corso di un evento-seminario, “Realtà virtuale e realtà aumentata: opportunità per le Pmi” organizzato dalla Camera di commercio in collaborazione con il Digital Innovation Hub Sardegna. L’obiettivo è promuovere le opportunità di sviluppo e innovazione delle imprese ed è stata l’occasione per presentare il Punto Impresa Digitale, sportello a disposizione delle Pmi. «Il Pid ci consente di fornire alle aziende di diverse tipologie informazioni utili – ha detto Lucetta Milani, consigliera della Camera di commercio – e abbiamo messo a disposizione un buon numero di voucher che si aggiungono ai 62 milioni di euro del fondo Ricerca & Innovazione riservati alle imprese sarde».
«Le possibilità sono molteplici – ha affermato ancora Ruggeri – Senz’altro il settore museale, e quello dell’archeologia più in generale, hanno goduto appieno di questa tecnologia soprattutto ogni volta che un reperto è disponibile soltanto in parte. La realtà virtuale viene in aiuto a tutti coloro che non si possono spostare per vedere quel manufatto o comunque per vedere virtualmente la parte che non è più disponibile». Ma ci sono tantissimi altri settori, dagli show room delle piccole e medie imprese all’ospedaliero (chirurgia e riabilitazione su tutte), dal gaming all’architettura, che possono beneficiare in maniera sensibile di questa tecnologia, spiega Ruggeri.
Dieci anni fa la parola domotica coglieva la gente impreparata, oggi non più. «Lo stesso sta accadendo per la realtà virtuale – dice ancora Ruggeri – che è in continua evoluzione ma in parte già fruibile dalle cosiddette generazioni digitali, per esempio con i videogiochi».
Il docente dell’università di Cagliari Lucio Davide Spano (dipartimento di matematica e informatica) ha ricordato ad esempio il progetto cluster Pac-Pac (Point and Click-Patrimonio culturale e ambientale) che promuove il patrimonio culturale tramite l’ambientazione di videogiochi in località turistiche, dando la possibilità di creare ambienti interattivi e semplificati per utenti con competenze base nell’uso del Pc. «Attraverso l’uso delle nuove tecnologie, le aziende possono promuovere prodotti e servizi con una maggiore capacità comunicativa e migliorare l’efficienza dei processi produttivi – ha sottolineato Cristian Perra, docente di ingegneria elettrica ed elettronica dell’ateneo di Cagliari – Diverse tecnologie non sono più limitate alle università e ai laboratori di ricerca, ma disponibili come prodotti di consumo». (a.palm.)
Se n’è parlato nella sala Tola Sulis della Fiera di Cagliari nel corso di un evento-seminario, “Realtà virtuale e realtà aumentata: opportunità per le Pmi” organizzato dalla Camera di commercio in collaborazione con il Digital Innovation Hub Sardegna. L’obiettivo è promuovere le opportunità di sviluppo e innovazione delle imprese ed è stata l’occasione per presentare il Punto Impresa Digitale, sportello a disposizione delle Pmi. «Il Pid ci consente di fornire alle aziende di diverse tipologie informazioni utili – ha detto Lucetta Milani, consigliera della Camera di commercio – e abbiamo messo a disposizione un buon numero di voucher che si aggiungono ai 62 milioni di euro del fondo Ricerca & Innovazione riservati alle imprese sarde».
«Le possibilità sono molteplici – ha affermato ancora Ruggeri – Senz’altro il settore museale, e quello dell’archeologia più in generale, hanno goduto appieno di questa tecnologia soprattutto ogni volta che un reperto è disponibile soltanto in parte. La realtà virtuale viene in aiuto a tutti coloro che non si possono spostare per vedere quel manufatto o comunque per vedere virtualmente la parte che non è più disponibile». Ma ci sono tantissimi altri settori, dagli show room delle piccole e medie imprese all’ospedaliero (chirurgia e riabilitazione su tutte), dal gaming all’architettura, che possono beneficiare in maniera sensibile di questa tecnologia, spiega Ruggeri.
Dieci anni fa la parola domotica coglieva la gente impreparata, oggi non più. «Lo stesso sta accadendo per la realtà virtuale – dice ancora Ruggeri – che è in continua evoluzione ma in parte già fruibile dalle cosiddette generazioni digitali, per esempio con i videogiochi».
Il docente dell’università di Cagliari Lucio Davide Spano (dipartimento di matematica e informatica) ha ricordato ad esempio il progetto cluster Pac-Pac (Point and Click-Patrimonio culturale e ambientale) che promuove il patrimonio culturale tramite l’ambientazione di videogiochi in località turistiche, dando la possibilità di creare ambienti interattivi e semplificati per utenti con competenze base nell’uso del Pc. «Attraverso l’uso delle nuove tecnologie, le aziende possono promuovere prodotti e servizi con una maggiore capacità comunicativa e migliorare l’efficienza dei processi produttivi – ha sottolineato Cristian Perra, docente di ingegneria elettrica ed elettronica dell’ateneo di Cagliari – Diverse tecnologie non sono più limitate alle università e ai laboratori di ricerca, ma disponibili come prodotti di consumo». (a.palm.)