Schiacciato dalla mandria morto un 56enne di Mandas
di Gian Carlo Bulla
Murru lavorava in un’azienda zootecnica. Deceduto dopo 7 giorni di agonia
30 novembre 2019
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MANDAS. Mentre si accingeva a smistare una mandria di vitelli è stato prima incornato e poi scaraventato contro una delle pareti che delimitano la stalla in cui stava lavorando. Ma la sua tragica disavventura non era ancora finita perché Franco Murru, 56enne originario di Mandas, è stato travolto e calpestato dal branco che stava cercando di separare.
L’incidente è avvenuto una settimana fa nell’allevamento “Porto San Felice” di Pieve a Nievole, un paese in provincia di Pistoia, che attualmente viene gestito da un’azienda veronese specializzata nell’ingrasso di vitelli sia di razza autoctona sia d’importazione. La vittima dell’incidente risiedeva nella cittadina toscana, dove lavorava nell’azienda agro zootecnica. Murru, insieme alla moglie Serenella Cogodi, sua compaesana, era emigrato in Toscana per motivi di lavoro nella seconda metà degli anni ottanta, alcuni mesi dopo il matrimonio. La coppia aveva trovato casa nella stessa azienda in cui lavorava il 56enne, in un appartamento messo a disposizione delle maestranze.
Franco Murru è deceduto ieri mattina nel centro traumatologico ortopedico (cto) di Firenze, dove si trovava ricoverato dopo due precedenti ricoveri nell’ospedale di Pescia. Le sue condizioni, definite gravi al momento del ricovero, pare fossero migliorate all’inizio della settimana, tanto che i medici fiorentini ottimisticamente lo avevano dichiarato fuori pericolo e disposto il suo trasferimento nell’ospedale di Pescia. Nella notte tra mercoledì e giovedì le condizioni di Franco Murru sono improvvisamente peggiorate, si presume a causa di una grave emorragia interna, e ieri mattina nonostante tutti i tentavi effettuati dall’equipe medica per salvargli la vita, il suo cuore ha cessato di battere.
La moglie Serenella Cogodi e i figli Mirko (28 anni) e Fabiola (20 anni) hanno autorizzato l’espianto degli organi assecondando così la volontà espressa dal loro congiunto. Sull’episodio, passato quasi inosservato in un primo momento, indagheranno ora i carabinieri della compagnia di Montecatini e del comando provinciale di Pistoia, allertati dai medici dell’ospedale fiorentino.
I militari cercheranno di ricostruire la dinamica dell’incidente e accertare se esistono delle responsabilità oggettive. Si presume che anche la Asl di competenza aprirà un’indagine. La notizia della tragedia si è diffusa nella tarda mattinata di ieri a Mandas, il paese della Trexenta del quale la vittima era originaria così come la moglie, ha provocato grande cordoglio e commozione. «Esprimo vicinanza e solidarietà alla famiglia, ovviamente non solo la mia ma quella di tutta la comunità mandarese – afferma il sindaco di Mandas Marco Pisano – . Speriamo che venga fatta chiarezza sulla tragedia e che nell’eventualità vengano accertate le responsabilità e siano puniti i colpevoli. Conoscevo solo di vista Franco Murru, che ho avuto modo di incontrare alcune volte quando è rientrato in paese per trascorrere le vacanze e trovare i suoi parenti. Era una persona solare, alla mano, orgogliosa del suo lavoro che sosteneva di praticare con tanta passione».
I parenti più stretti della vittima, che risiedono a Mandas, appena appresa la tragica notizia si sono recati in Toscana per stare vicino alla moglie e ai figli della vittima.
L’incidente è avvenuto una settimana fa nell’allevamento “Porto San Felice” di Pieve a Nievole, un paese in provincia di Pistoia, che attualmente viene gestito da un’azienda veronese specializzata nell’ingrasso di vitelli sia di razza autoctona sia d’importazione. La vittima dell’incidente risiedeva nella cittadina toscana, dove lavorava nell’azienda agro zootecnica. Murru, insieme alla moglie Serenella Cogodi, sua compaesana, era emigrato in Toscana per motivi di lavoro nella seconda metà degli anni ottanta, alcuni mesi dopo il matrimonio. La coppia aveva trovato casa nella stessa azienda in cui lavorava il 56enne, in un appartamento messo a disposizione delle maestranze.
Franco Murru è deceduto ieri mattina nel centro traumatologico ortopedico (cto) di Firenze, dove si trovava ricoverato dopo due precedenti ricoveri nell’ospedale di Pescia. Le sue condizioni, definite gravi al momento del ricovero, pare fossero migliorate all’inizio della settimana, tanto che i medici fiorentini ottimisticamente lo avevano dichiarato fuori pericolo e disposto il suo trasferimento nell’ospedale di Pescia. Nella notte tra mercoledì e giovedì le condizioni di Franco Murru sono improvvisamente peggiorate, si presume a causa di una grave emorragia interna, e ieri mattina nonostante tutti i tentavi effettuati dall’equipe medica per salvargli la vita, il suo cuore ha cessato di battere.
La moglie Serenella Cogodi e i figli Mirko (28 anni) e Fabiola (20 anni) hanno autorizzato l’espianto degli organi assecondando così la volontà espressa dal loro congiunto. Sull’episodio, passato quasi inosservato in un primo momento, indagheranno ora i carabinieri della compagnia di Montecatini e del comando provinciale di Pistoia, allertati dai medici dell’ospedale fiorentino.
I militari cercheranno di ricostruire la dinamica dell’incidente e accertare se esistono delle responsabilità oggettive. Si presume che anche la Asl di competenza aprirà un’indagine. La notizia della tragedia si è diffusa nella tarda mattinata di ieri a Mandas, il paese della Trexenta del quale la vittima era originaria così come la moglie, ha provocato grande cordoglio e commozione. «Esprimo vicinanza e solidarietà alla famiglia, ovviamente non solo la mia ma quella di tutta la comunità mandarese – afferma il sindaco di Mandas Marco Pisano – . Speriamo che venga fatta chiarezza sulla tragedia e che nell’eventualità vengano accertate le responsabilità e siano puniti i colpevoli. Conoscevo solo di vista Franco Murru, che ho avuto modo di incontrare alcune volte quando è rientrato in paese per trascorrere le vacanze e trovare i suoi parenti. Era una persona solare, alla mano, orgogliosa del suo lavoro che sosteneva di praticare con tanta passione».
I parenti più stretti della vittima, che risiedono a Mandas, appena appresa la tragica notizia si sono recati in Toscana per stare vicino alla moglie e ai figli della vittima.