La Nuova Sardegna

Dorsale del metano: via libera della Regione

Dorsale del metano: via libera della Regione

Inviata al ministero dell’Ambiente la relazione per ottenere il sì al tratto Nord. L’assessore Lampis: «Un ok indispensabile per poter completare la rete» 

04 dicembre 2019
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CAGLIARI. Sulla dorsale del metano il governo Conte continua a girarci intorno. Ha mille perplessità, ma non dice con chiarezza quello che vorrebbe. La Regione però è decisa ad andare avanti. In questi giorni, ha inviato alla commissione tecnica del ministero dell’ambiente la relazione per ottenere entro metà dicembre il via libera anche per il secondo tratto della rete di distribuzione. È quello Nord, che dovrà essere realizzato in parallelo con il tratto Sud su cui, a settembre, la stessa commissione ha espresso parere favorevole. Di fatto, con l’invio dell’ultimo dossier, la Regione ha concluso tutti i passaggi di sua competenza che erano necessari prima del parere decisivo sulla valutazione d’impatto ambientale della dorsale. «Le nostre osservazioni alla seconda tranche del progetto – fa sapere l’assessore all’ambiente Gianni Lampis – ci erano state sollecitate sin dal 2017, ma finora erano rimaste bloccate senza motivo da qualche parte. In pochi mesi, abbiamo recuperato il troppo tempo perso e adesso aspetteremo fiduciosi anche questo parere della commissione tecnica nazionale». Perché – secondo l’assessore – «l’arrivo del metano senza che abbia a valle una capillare e necessaria rete di distribuzione sarebbe un intervento monco e i cui benefici rischierebbero di essere vanificati». Lo sarebbero soprattutto – è un altro passaggio dell’assessore – se «come sostiene l’Agenzia nazionale per l’energia, i costi della metanizzazione fossero scaricati solo sui sardi, ma anche su questo la Regione ha detto no e non molleremo certo la presa».

Il tratto Nord. Rispetto a quella Sud, che a settembre ha ottenuto il via libera dai tecnici del ministero, la seconda dorsale è più lunga: 237 chilometri contro i 152 del primo troncone. Le direttrici principali saranno tre: da Palmas Arborea, che tra l’altro è il punto d’arrivo anche del tracciato che partirà da Cagliari, fino a Macomer per una cinquantina di chilometri. A quel punto proprio Macomer diventerà lo snodo per le altre reti di distribuzione: una verso l’area del Nord-Est e quindi fino alla Gallura per 108,3 chilometri, l’altra di quasi 79 in direzione Nord-Ovest, con capolinea Porto Torres. Il progetto prevede anche 8 linee secondarie per garantire l’arrivo del metano nei bacini di Alghero, Ittiri, Nuoro, Pozzomaggiore, Sassari, Suni, Siamanna e Thiesi. Le province coinvolte saranno tre, 43 i Comuni 43 e 31mila metri quadrati di superficie.

Le osservazioni. Così come per la dorsale Sud, anche in questo caso la Regione ha preteso un bel po’ di prescrizione perché «l’opera sia la meno impattante possibile sotto l’aspetto ambientale». Ad esempio: il tubo, che avrà un diametro di 65 centimetri, dovrà «essere interrato, a secondo dei casi, a una profondità che dovrà variare dal metro e mezzo ai cinque metri». Ancora: in «alcuni territori sensibili, zone archeologiche e agricole, dovranno essere presi tutti gli accorgimenti possibili per evitare qualunque percezione negativa o modifica dell’ambiente». Per essere ancora più espliciti: se a causa degli scavi saranno «espiantati 100 alberi, gli stessi dovranno essere rimpiantati dov’erano». Fra le altre osservazioni, la Regione ha sollecitato anche «il rispetto assoluto del letto dei fiumi, per evitare qualunque possibile contraccolpo idrogeologico».

Il progetto. Come si da tempo, a realizzare il progetto sarà la joint venture Enura, costituita da Snam e Società gasdotti Italia, e avrà un costo complessivo di 500 milioni. Conclusi i passaggi tecnici, all’indomani delle necessarie conferenze di servizio e se ci saranno tutti i via libera, Enura s’è detta sicura di appaltare i lavori entro marzo o aprile, e aprire i cantieri a novembre.

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