Il museo archeologico di Cagliari come gli Uffizi: diventa autonomo
Il ministro Franceschini punta a una struttura indipendente come la galleria fiorentina. Il direttore sarà scelto con un bando internazionale. Resta l’incognita Giganti
SASSARI. Il Museo archeologico nazionale di Cagliari ottiene l’autonomia speciale che lo eleva tra i grandi dell’arte italiana. Come il Colosseo, Pompei, gli Uffizi e la Reggia di Caserta. Un successo per la Sardegna che porta la firma del ministro Dario Franceschini, che ieri ha presentato la riforma dei musei al Consiglio dei ministri e che è stata già approvata. Una rivoluzione per il principale museo dell’isola che sarà autonomo dal resto del patrimonio storico-archeologico sardo.
Anche perché la guida del museo sarà affidata a un direttore che verrà scelto tramite un bando internazionale e che dunque avrà il compito di occuparsi solo ed esclusivamente della struttura cagliaritana. Un salto di qualità che sarà tangibile in termini di visitatori, di mostre. D’altronde, a livello nazionale ogni volta che un museo ha ottenuto questa sorta di autonomia ha visto crescere il suo appeal. Un discorso che non vale solo per i siti più famosi della lista.
Per il Museo archeologico di Cagliari sarà dunque l’occasione per crescere ulteriormente. I numeri sono già dalla sua: nel 2018 i visitatori sono stati oltre 60mila con un introito di circa 223mila euro. Con più autonomia - e più risorse - Cagliari potrà ovviamente portare a casa ben altri numeri. Anche perché ha al suo interno uno dei simboli del patrimonio archeologico isolano, i Giganti di Mont’e Prama, su cui il ministro Franceschini ha in più di una occasione mostrato di credere parecchio, paragonandole a quei simboli che hanno reso famosa l’Italia nel mondo, dai Bronzi di Riace alla Valle dei Templi. «Se fossero in Texas o Arizona avrebbero 10 milioni di visitatori all’anno», disse in una intervista alla Nuova qualche tempo fa. E infatti, con questa rivoluzione del ministro il Museo di Cagliari difficilmente rinuncerà ai Giganti, che invece Cabras vorrebbe tutti nel suo museo. Resta infatti ancora valido un protocollo d’intesa datato 2011 tra ministero, Regione e Comune di Cabras che di fatto lascia al Museo archeologico nazionale del capoluogo l’ultima parola sul numero dei Giganti da ospitare.
Ma quella è un’altra storia. Nel frattempo il Museo di Cagliari può festeggiare l’inserimento in una lista in cui sono presenti i più grandi pezzi di storia d’Italia. A partire dal Parco archeologico del Colosseo, il sito statale più “gettonato” del Paese, che nel 2018 ha avuto 7,6 milioni di visitatori, 600mila in più dei dodici mesi precedenti. E poi il Parco archeologico di Pompei, al secondo posto con 3,6 milioni di presenze. Medaglia di bronzo gli Uffizi con 2,2 milioni di visitatori. Tra i 30 siti più visitati nel 2018 il maggior incremento è stato dei Musei Reali di Torino, cresciuti del 27,82 per cento. Nella lista degli istituti dotati di autonomia speciale ci sono anche l’Archivio centrale dello Stato, Galleria Borghese, la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, il Museo archeologico nazionale di Napoli, Palazzo ducale di Mantova, Ercolano, Paestum, la Pinacoteca di Brera e la Reggia di Caserta.