La Nuova Sardegna

Toti: Cambiamo, la nuova casa del centrodestra

di Vincenzo Garofalo
Toti: Cambiamo, la nuova casa del centrodestra

A Sassari la presentazione del partito nato dopo il divorzio da Forza Italia. E Peru apre alle sardine

07 dicembre 2019
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SASSARI. Descrive “Cambiamo” come la Fenice di Forza Italia, la nuova stanza dei moderati nella grande casa del centrodestra italiano. Giovanni Toti ha scelto la Sardegna e Sassari per la prima convention pubblica del suo nuovo movimento “Cambiamo”, nato dopo il divorzio consensuale da Berlusconi e dagli azzurri. E dal palco del teatro Verdi allestito in stile talk show, con i giornalisti Mario Mossa, Franco Ferrandu, Anthony Muroni, Roberto Sanna e Antonio Moro, pronti a rivolgergli domande e almeno 500 persone in platea pronte ad applaudire ad ogni sua risposta, il governatore della Liguria spiega perché esiste Cambiamo. Al suo fianco c’è un altro separatista di Forza Italia: mister 10mila preferenze, Antonello Peru, il consigliere regionale di Sorso che nelle ultime due tornate elettorali ha pesato, da solo, quanto mezzo partito azzurro. E nel pubblico, seduti in prima fila, ci sono altri nomi altisonanti del centrodestra sardo: l’inossidabile Giorgio Oppi, i consiglieri regionali Domenico Gallus e Stefano Tunis, anche lui con un passato da forzista, e l’assessora regionale all’Industria Anita Pili, ex dirigente regionale del Pd. Proprio Peru, che di Cambiamo è co-fondatore, introduce le teorie esistenziali del nuovo partito-movimento: «Noi dobbiamo rappresentare un’occasione storica di rinascita. Ce lo ha chiesto il popolo, e quando saremo ramificati e radicati, sarà impossibile distruggere il percorso di trasformazione della politica che avremo tracciato», dice parlando dal pulpito con enfasi biblica. Un’enfasi che col susseguirsi delle parole diventa prima trance politica, per poi innalzarsi a ecumenismo movimentistico e aprire le porte di Cambiamo anche alle piazze delle “Sardine”: «Nelle loro richieste ci sono molti valori propri della nostra casa: il no all’odio, alle discriminazioni, alle divisioni, le lotte per la pari dignità, l’eguaglianza». Una visione nuova del moderatismo di centrodestra, resa possibile proprio dalla divisione da Forza Italia: «Stiamo costruendo una nuova casa perché quella di Forza Italia è crollata. Non siamo isolati, siamo in coalizione con i partiti di cui condividiamo valori e principi, e l’esempio lo viviamo in Consiglio regionale, con Udc e Riformatori». La collocazione di Cambiamo resta nel centrodestra, e in stretta alleanza con Lega e Fratelli d’Italia, come spiega lo stesso Toti: «Salvini e Meloni sono alleati leali e pragmatici, noi nel centrodestra parliamo con un tono di voce più pacato. Il distacco da Forza Italia non è stato sofferto, è stato naturale perché Forza Italia era diventato un partito refrattario a qualsiasi cambiamento». Ma Toti non spende parole solo per giustificare l’addio a Berlusconi. Si sofferma anche su temi caldi in Sardegna: «Risolvere i problemi legati alle infrastrutture, alla competitività, all'energia inserendo l'insularità in Costituzione può essere un’idea. Ma non vorrei fosse una scusa per scrivere il problema sulla carta fondamentale e poi non risolverlo, come è stato fatto con il pareggio di bilancio». Poi sul tormentone nazionale: «Sul Mes si sta facendo una gigantesca polemica ma è la punta di un iceberg. Se l’Europa non si riforma dalle fondamenta sarà un problema per la stessa Europa. Non ci si può fermare al Mes». Il resto sono applausi ed entusiasmo, e pazienza se l’ultimo sondaggio dell’istituto Emg Acqua dà Cambiamo allo 0,9%: il cambiamento richiede tempo e sacrificio.

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