La Nuova Sardegna

Per l’addio al carbone pioggia di milioni dalla Ue

di Giuseppe Centore
Per l’addio al carbone pioggia di milioni dalla Ue

Domani la presidente della commissione Ursula Von der Leyen illustrerà il piano La Sardegna sarà tra le regioni che maggiormente beneficeranno delle risorse

10 dicembre 2019
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CAGLIARI. L’addio al carbone renderà la Sardegna più ricca. Arriveranno nei prossimi anni tanti soldi, ma solo domani si saprà qualcosa di più al riguardo. Nel primo pomeriggio infatti la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen illustrerà le linee guida del suo “New Green Deal”, il piano per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e eliminare il carbone come combustibile per l’energia.

Il piano, ambiziosissimo, sarà varato in dettaglio a gennaio, ma domani dovrebbe essere approvata la cornice che lo conterrà. La bozza di cinque pagine che in nove punti indica gli scenari da qui al 2050, con una prima tappa al 2025 per l’uscita dal carbone, prevede sia investimenti diretti, con nuovi fondi speciali e la rimodulazione di quelli attualmente attivi, che aperture di credito attraverso la Bei (la Banca Europea per gli Investimenti).

La partita dentro la Commissione, e a cascata nel Parlamento Europeo e nel Consiglio della Ue si gioca su due piani: come raggiungere la massa critica ritenuta indispensabile per rendere il piano credibile e come modulare la spesa dei fondi nei territori.

Sino a oggi lo scenario probabile è quello che prevede un fondo globalmente attivabile di 50 miliardi di euro, distribuito proporzionalmente anche tra i paesi più dipendenti dai combustibili fossili per aiutarli a “uscire” dal carbone. In questo quadro i paesi più avvantaggiati, ma solo perché bruciano ancora tanto carbone nelle loro centrali sono rispettivamente Polonia, Germania e Spagna, quelli meno favoriti dagli incentivi sono Francia (per via del nucleare) Olanda e Belgio. In mezzo c’è l’Italia, che ha due aree a oggi profondamente carbonizzate: Sardegna e Puglia (ex Ilva) insieme ad altre tre: Veneto, Liguria e Lazio. Una volta stabiliti i paesi interessati e individuati i territori dove la decarbonizzazione si deve compiere, resta da stabilire il quanto e il come.

Sul quanto studi preliminari e informali a Bruxelles prevedono per l’Italia una somma vicina al miliardo di euro. Sarà poi il governo nazionale a ripartire l’importo tra le diverse aree (e i diversi interventi di decarbonizzazione). Sul come la discussione, che sarà definita a gennaio riguarda la tipologia di investimenti, e le loro fonti: crediti agevolati dalla Bei, rimodulazione dei programmi di coesione o scorporo degli investimenti verdi dal patto di stabilità?

Quale che sia la scelta della Commissione, alla Sardegna, ma non alle sue istituzioni pubbliche, spetterà una quota consistente della parte italiana del “New Green Deal”: non meno di 250 milioni di euro, diluiti in un lungo periodo. Il loro uso sarà vincolato e limitato: potranno servire solo a far uscire il sistema industriale dalla dipendenza dal carbone, sia favorendo lo sviluppo di energie alternative che accelerando la sostituzione degli attuali impianti di produzione (in pratica le due centrali di Fiumesanto e Portovesme).

Domani la presidente della Commissione dovrebbe far chiarezza anche sui destinatari degli aiuti: grandi imprese o anche medio/piccole? In ogni caso il quadro sarà completato anche nei dettagli a marzo. Per quella data si saprà come saranno favorite le regioni oggi dipendenti dal carbone e chi vigilerà sulla realizzazione dei programmi. Nelle riunioni preparatorie uno dei punti sottolineati dai collaboratori dei commissari interessati riguarda la volontà di aiutare le regioni più povere, soprattutto all’Est a uscire dalla dipendenza dal carbone ripensando l’intero modello di sviluppo produttivo ed energetico. La Sardegna non è certo Est ma rientra comunque tra le aree depresse. I fondi dunque arriveranno. Non subito, e in modi ancora da definire, ma arriveranno.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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