La Nuova Sardegna

«Sono uscito dalla cabina e mi hanno colpito»

«Sono uscito dalla cabina e mi hanno colpito»

Olbia, il racconto di un giovane picchiato durante la notte che è stato ricoverato al Giovanni Paolo II

12 dicembre 2019
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OLBIA. Chiude gli occhi. Prova a riposare. Quasi volesse dimenticare quell’incubo. Alle 7 di ieri sera, Federico (nome di fantasia) è ancora sdraiato su un letto del pronto soccorso di Olbia. E’ stato appena sottoposto agli esami radiologici e aspetta il referto della tac. Vicino a lui c’è la mamma, che non si allontana neanche per un istante.

Il giovane quindicenne è uno degli studenti del Nautico di Siniscola picchiati a bordo della nave Grimaldi. Ha il volto gonfio, una contusione sopra l’occhio sinistro, gli fa male la testa. Lui è stato colpito con un pugno da uno degli aggressori.

Stanco, provato e dolorante, anche se le sue condizioni non sono preoccupanti, ricorda quei momenti. «Era notte fonda - racconta -. Io e altri studenti dormivamo in cabina. Poi all’improvviso, attorno alle 3, sono stato svegliato da rumori e urla. Mi sono alzato, ero spaventato, non capivo che cosa stesse succedendo. Ho raggiunto la porta e l’ho aperta. C’era caos nel corridoio, ma non ho avuto nemmeno il tempo di uscire perché un uomo mi ha colpito in pieno volto, con un cazzotto. E sono crollato per terra. E’ stato terribile. Non solo perché sono rimasto ferito, ma per tutto ciò che è accaduto. Quella che abbiamo vissuto in Spagna è stata una grande esperienza di alternanza scuola lavoro ma il finale del viaggio di ritorno, si è trasformato in un incubo».

Federico, il suo professore e gli altri ragazzi picchiati con calci e pugni, sono stati immediatamente visitati dal medico di bordo. «Quando ha controllato me - dice ancora il giovane -, mi ha subito detto che al mio arrivo in porto mi sarei dovuto recare al pronto soccorso. E così ho fatto».

E’ arrivato al Giovanni Paolo II di Olbia a metà mattina e i medici del reparto di emergenza si sono subito presi cura di lui, così come avevano fatto con l’insegnante e un altro studente (che è stato dimesso quasi subito). Federico è stato sottoposto a diversi esami, poi - considerato il trauma cranico - anche a una tac. «Degli aggressori non so niente. Uno forse ha una quarantina di anni, l’altro un po’ più giovane. So che sono stati identificati da un ufficiale di bordo, poi non ci sono state date altre notizie».

Quando Federico parla, la madre lo guarda con gli occhi lucidi. Anche lei non vede l’ora di tornare a casa per lasciarsi questa brutta storia alle spalle e ricominciare a sorridere. (s.p.)

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