La Nuova Sardegna

Fondi ai gruppi, 28 del centrosinistra a processo

di Mauro Lissia
Fondi ai gruppi, 28 del centrosinistra a processo

Avvio a rilento, martedì in aula la testimonianza dei tre consiglieri prosciolti Espa, Meloni e Secci

14 dicembre 2019
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CAGLIARI. Doveva essere l’udienza dell’accusa, il giorno in cui i due investigatori della polizia giudiziaria avrebbero ricostruito il cammino dell’inchiesta che ha portato al giudizio del tribunale ventotto consiglieri regionali imputati di peculato. Quelli del centrosinistra, gli ultimi in ordine di tempo a finire inguaiati nel processo-kolossal per l’uso illegale dei fondi pubblici destinati ai gruppi regionali. Niente di tutto questo: due ore di confronto fitto, a tratti surreale, tra la presidente del collegio Tiziana Marogna, il pm Marco Cocco e la schiera di avvocati che difendono gli onorevoli sono bastate appena a stabilire che cosa si farà martedì prossimo, al ritorno in aula. Ma non sicuramente: forse. L’idea sarebbe di sentire la testimonianza di tre ex consiglieri prosciolti dalle accuse nel corso del procedimento: Marco Espa, Marco Meloni ed Eliseo Secci. Ma appena quattro giorni di tempo - l’ha ammesso il giudice Marogna - rendono complicato anche rendere compatibili gli impegni personali dei tre ex deputati regionali con la necessità di sentirli al dibattimento: «Forse riusciremo a sentirne due» ha avvertito il magistrato, ma si vedrà il 17 dicembre. Restano invece nel limbo delle cose probabili i tentativi lanciati dal pm Cocco di andare rapidamente al nocciolo del dibattimento, saltando quella che l’avvocato Franco Luigi Satta ha definito «la lunga e noiosa ricostruzione delle indagini». In altre parole mettendo agli atti del processo la relazione sull’inchiesta elaborata dalla polizia giudiziaria, dove viene riferito nei dettagli ogni passaggio delle indagini, gli indizi e le prove. Il pubblico ministero l’avrebbe depositata subito. Ma gli avvocati Agostinangelo Marras, Franco Luigi Satta, Guido Manca Bitti, Massimiliano Ravenna, Maurizio Scarparo e altri hanno manifestato perplessità, chiedendo tempo per leggerla e proporre integrazioni. Quando il pm ha chiarito che «la relazione resterà quella che è» i legali hanno confermato una pacata opposizione e la presidente Marogna, in un crescendo di interventi incrociati, tentativi di conciliazione («preparate una relazione difensiva...») e rimandi alle norme non è riuscita a uscire dal vicolo cieco in cui s’è cacciato il processo. Ma non è finita: la Procura aveva chiesto di sentire come teste assistito dall’avvocato Fabio Pili l’ex sindaco di Alghero Mario Bruno, indagato e assolto col giudizio abbreviato. Bruno era in aula, ha atteso per ore di sedersi a rispondere alle domande del pm, ma anche su questa possibilità si è acceso il confronto fra il pm e la difesa. Sembrava che il problema si potesse superare con l’acquisizione della sentenza che ha assolto Bruno («rinuncerei all’esame» ha annunciato Cocco) ma neppure questa ipotesi è passata e il tribunale, nel salutare l’ex sindaco non è stato in grado di comunicargli se sarà necessario un suo ritorno: «Grazie onorevole, nel caso la chiameremo». Si va dunque a martedì prossimo, con la semplice speranza di poter sentire tre testimoni. Nel frattempo alcuni reati contestati che risalgono al 2004 viaggiano verso la prescrizione. Ecco l'elenco degli imputati: Antonio Biancu, Giuseppe Cuccu, Mariuccia Cocco, Giovanni Giagu, Francesco Sabatini, Simonetta Sanna, Giommaria Uggias, Carmelo Cachia, Gavino Manca, Siro Marrocu, Antonio Ignazio Calledda, Angelina Corrias, Vincenzo Floris, Tarcisio Agus, Beniamino Scarpa, Giuseppe Matteo Pirisi, Renato Cugini, Silvio Bachisio Lai, Giovanni Battista Orrù, Giacomo Spissu, Alberto Sanna, Nazareno Pacifico, Salvatore Mattana, Gianluigi Gessa, Elia Corda, Alessandro Frau, Stefano Pinna, Antonio Chicco Porcu e Giovanni Tocco.



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