La Nuova Sardegna

Scuola, l’incubo dei tagli in Sardegna: a rischio 24 istituti

di Silvia Sanna
Scuola, l’incubo dei tagli in Sardegna: a rischio 24 istituti

La situazione più difficile nei centri montani con 17 presìdi sottodimensionati

14 dicembre 2019
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SASSARI. Sono 24 in totale su 271 e 17 si trovano in comuni montani. Sono le autonomie scolastiche, cioé gli istituti che hanno un proprio dirigente scolastico e amministrativo ma che a breve rischiano di perderli. Colpa di numeri insufficienti, che non soddisfano i parametri stabiliti dal ministero. L’isola, regione caratterizzata da una bassa densità demografica e da uno spopolamento incalzante, rischia di essere penalizzata dai paletti romani. In assenza di deroghe 24 autonomie scolastiche rischiano di essere tagliate e gli studenti distribuiti in altri istituti, spesso distanti e non facilmente raggiungibili. Uno scenario al quale l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Andrea Biancareddu si è opposto con forza, prima annunciando la volontà di non chiudere alcuna scuola in Sardegna, poi mettendo nero su bianco le sue richieste in una lettera inviata al governo nazionale. L’obiettivo è stabilire parametri differenziati, ritoccando quelli stabiliti dalla legge 111/2011 fissati in 400 studenti per i comuni montani e 600 studenti negli altri casi. Numeri troppo alti sui quali la Regione chiede di poter decidere in autonomia. Solo in questo modo – a prescindere dagli iscritti – sarà possibile stabilire cosa fare caso per caso mantenendo sempre al primo posto il diritto a una buona istruzione.

Le scuole a rischio. In totale sono 24 e sono distribuite più o meno equamente in tutte le province, ma la concentrazione è altissima nelle aree montane. Questa la situazione. Nel Sassarese, su un totale di 76 autonomie e una popolazione scolastica di 63.084 studenti, sono 7 quelle a rischio: nessun problema nelle grandi città almeno per ora, le situazioni in bilico riguardano i centri dell’interno e le borgate più lontane dai contesti urbani. Situazione molto simile nel Nuorese, dove nonostante da tempo il numero minimo di alunni sia sceso da 600 a 400, si va aavnti tra mille difficoltà, rischi di chiusure, tagli e accorpamenti. Secondo i dati dell’ufficio scolastico regionale che Biancareddu ha fatto presenti al ministero, nel cuore dell’isola a fronte di una popolazione studentesca di 27415 unità e 47 autonomie, sono 5 quelle che rischiano di essere cancellate in assenza di nuovi parametri. Di più – 8 – quelle con il fiato sospeso nel Sud Sardegna su un totale di 59, 2 a Oristano (dove sono solo 23) e e altrettante nella città metropolitana di Cagliari, l’area più densamente popolata dell’isola, dove sono presenti 66 autonomie scolastiche.

L’allarme dei sindaci. In questi giorni le linee guida del piano di dimensionamento scolastico sono oggetto di incontri animati nei territori. Tra i sindaci soprattutto dei piccoli centri c’è un allarme crescente, perché nessuno vuole rinunciare alla presenza di un presidio scolastico, considerato indispensabile per tentare di arginare il fenomeno dello spopolamento. Non solo: chiudere una scuola significa obbligare gli studenti a viaggiare, con tempi di percorrenza spesso inaccettabili e disagio per i ragazzi. Qualche giorno fa è stato reso noto l’ultimo dato sulla dispersione scolastica nell’isola: 37,4%, record nazionale. E tra le cause del fenomeno c’è anche quella delle distanze, perché i ragazzi a obbligati ad alzarsi all’alba per prendere il bus per poi rientrare a casa nel pomeriggio inoltrato, gettano la spugna più facilmente di chi ha la scuola vicino a casa.



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