La Nuova Sardegna

Tassa di sbarco per i turisti: ecco i primi no dai sindaci

di Claudio Zoccheddu
I sindaci Pisciottu (S.Teresa), Ciccolini (Bitti) e Littarru (desulo)
I sindaci Pisciottu (S.Teresa), Ciccolini (Bitti) e Littarru (desulo)

Dai Comuni costieri all’interno: la proposta fa discutere e non riscuote consensi. Pisciottu (Santa Teresa): «Ci servono garanzie». Ciccolini (Bitti): «Non ha senso»

23 dicembre 2019
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SASSARI. Bocciata. Senza appello e senza riserve. Il “contributo d’ingresso”, ovvero la versione ingentilita dalla più comprensibile “tassa di sbarco”, non ha fatto breccia nei cuori degli amministratori comunali, nemmeno in quelli che non hanno nulla a che vedere con la tassa di soggiorno. Perché se mai dovesse diventare legge, la tassa di sbarco sostituirebbe quella di soggiorno. Sarebbero queste le intenzioni del consigliere regionale Antonello Peru che ha presentato la proposta alla commissione Attività produttive del consiglio regionale, incassando quasi subito il nulla osta da parte di Federalberghi e stuzzicando l’attenzione di altri soggetti dopo aver annunciato l’intenzione di “dividere” il gettito del nuovo balzello sui bilanci di tutti i 377 comuni della Sardegna. Ma se fosse per tanti sindaci, compresi quelli dei piccoli comuni dell’interno, la proposta rimarrebbe tale.

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Il primo cittadino di Santa Teresa, Stefano Pisciottu, è il più democratico ma trova comune diversi lati oscuri nelle proposta che sta scuotendo il mondo del turismo e allega altrettante proposte: «Nel bilancio che approveremo entro la fine dell’anno la tassa di soggiorno inciderà per circa un milione di euro – spiega partendo dal balzello comunale che, per il momento, è l’unica certezza –. Concettualmente non si può essere contrari e non si possono nemmeno sommare le due imposte, lo capisco benissimo. Serve però capire quanto possa essere il gettito garantito dalla tassa di sbarco. Ed eventualmente molto importante che gli introiti che noi mettiamo a bilancio grazie alla tassa di soggiorno ci vengano garantiti anche con la tassa di sbarco. Non è stato facile applicare la tassa di soggiorno, ne abbiamo discusso molto con gli albergatori e per quanto non voglia mettere in discussione la potestà legislativa delle Regione è anche vero che non sarebbe giusto togliere soldi alle amministrazioni che, magari, li avevano già programmati per sostenere altre spese». La bocciatura è più netta quando ci si sposta vero l’interno: «Sono contrario alle nuove tasse – spiega il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini – anche se in questo caso problema non sarebbe tanto nell’applicazione quanto nel messaggio che verrebbe trasmesso lontano dall’isola». Secondo Ciccolini sarebbe controproducente aggiungere una tassa alle tante difficoltà che i turisti incontrano prima di raggiungere la Sardegna: «Al costo dei traghetti o degli aerei si aggiungerebbe un ulteriore balzello che verrebbe pagato da persone che non otterrebbero nulla in cambio. E poi nono credo che i piccoli comuni dell’interno possano essere salvati da un’elemosina come questa. Per i comuni dell’interno servono altre scelte politiche e ho paura che il nostro inserimento nella ripartizione sia stato proposto per fare passare come eticamente corretta una tassa che non alcun senso. Non so di quali cifre si parli ma sono sicuro che i nostri bilanci non ne gioveranno in alcun modo». Le perplessità esposte da Ciccolini sono molto simili a quelle sottolineata da Gigi Littarru, sindaco di Desulo, che come il collega boccia senza appello la nascitura “tassa di sbarco”. «Non conosco molto bene la proposta ma per quello che ho letto mi sembra che si tratti di un palliativo che non ha senso – attacca Littarru –. Le zone interne hanno bisogno di altro, qua servono politiche serie fatte da gente che conosce il nostro territorio e che lo abita non i politici che vivono a Cagliari e che sono seduti in riva al mare. Noi abbiamo bisogno di infrastrutture, lavoro e cultura. Solo così si potrebbero sviluppare le zone dell’interno – conclude il sindaco prima di valutare l’aspetto che potrebbe sembrare più importante–. Ci toccherebbero quattro spiccioli che non abbiamo alcuna intenzione di aspettare con il cappello in mano».

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