La Nuova Sardegna

I parenti delle vittime: «No all’archiviazione»

I parenti delle vittime: «No all’archiviazione»

Inquinamento e servitù militari, i familiari si oppongono alla richiesta del pm L’avvocato Sollai sollecita un supplemento d’indagine sugli armamenti utilizzati

24 dicembre 2019
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CAGLIARI. L’inchiesta deve andare avanti, la richiesta d’archiviazione deve essere respinta. A chiederlo sono i parenti delle presunte vittime del poligono di Teulada: persone decedute o che si sono ammalate di gravi patologie come il linfoma di Hodgkin e alcune neoplasie che sarebbero potute essere ricondotte all'inquinamento causato dalla presenza militare e dall’utilizzo di armamenti nell’area.

I familiari si oppongono alla richiesta di archiviazione della Procura di Cagliari nei confronti dei capi di Stato maggiore che si sono succeduti nella base dal 2009 al 2014. Agli indagati, Giuseppe Valotto, Claudio Graziano, Danilo Errico, Domenico Rossi e Sandro Santroni, erano state contestate le accuse di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro ambientale. Ieri mattina l'avvocato che tutela i familiari delle vittime, Gianfranco Sollai, ha presentato opposizione all'istanza di archiviazione formulata l'11 dicembre dal pubblico ministero Emanuele Secci. Secondo il legale, si tratta di una richiesta «ingiusta, infondata e illegittima». Il magistrato l'aveva motivata per «l'impossibilità di dimostrare un nesso causale tra patologia e alcuni decessi». Quanto al disastro ambientale, per il sostituto procuratore non può essere imputato a nessuno degli indagati né a titolo di dolo né di colpa. «Il pubblico ministero – spiega Sollai nella sua opposizione – ha individuato nei soli organi militari locali i potenziali responsabili, ignorando il fatto che il direttore generale degli armamenti è il primo responsabile delle attività di ricerca, sviluppo, produzione e approvvigionamento dei sistemi d'arma». L'avvocato chiede inoltre un supplemento di indagini. «L'esperto della Procura, professor Annibale Biggeri dice Sollai – sostiene che siano presenti importanti criticità per i residenti della borgata di Foxi e indica le patologie riscontrate nella popolazione, ma non ritiene che vi sia il nesso di casualità. Per questo chiedo che il gip acquisisca le schede dei sistemi d'arma impiegati nel poligono, dai quali si possono rinvenire le sostanze tossiche radioattive contenute nelle stesse. Ricerchi eventuali tracce di contaminazione nel bestiame – suggerisce il legale – e acquisisca i dati epidemiologici relativi ai militari dei reparti di stanza nella base per accertare se fossero presenti altri fattori inquinanti».

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