La Nuova Sardegna

I grillini sardi con Di Maio: il progetto M5s va avanti

di Alessandro Pirina
I grillini sardi con Di Maio: il progetto M5s va avanti

Corda: sono anni che ci danno per morti e siamo qui. Evangelista: il governo dura Licheri: l’ex ministro si merita 4 in pagella. Ma Lapia: attacchi sui rimborsi ingiusti

30 dicembre 2019
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SASSARI. Il ministro Fioramonti lascia governo e Movimento. Il senatore Paragone ormai parla da ex e accusa i vertici, Di Maio su tutti, di avere tradito il progetto iniziale. Ogni giorno vengono stilate liste di parlamentari con possibili transfughi grillini. In casa 5 stelle in queste settimane non si respira un’armonia natalizia. Il clima tra i grillini è piuttosto teso, anche se il via libera alla manovra finanziaria ha un po’ rasserenato gli animi. Ma è innegabile che ormai nel Movimento di anime ce ne siano diverse. La maggioritaria però resta quella che si riconosce in Luigi Di Maio. Perlomeno in Sardegna. I parlamentari isolani sono quasi tutti schierati col capo politico, così come i consiglieri regionali, anche se a Cagliari, rispetto a Roma, le divergenze hanno portato a una frattura nel gruppo. Con l’addio di Fioramonti si è però ricominciato a parlare di possibili fuoriuscite dal Movimento, anche tra i sardi. I nomi sono Mara Lapia e Andrea Vallascas, indicati da Paragone tra quelli che non hanno effettuato i rimborsi degli stipendi. Ma Lapia ha subito smentito l’addio. «Io resto nel Movimento che è casa mia. E non seguo Fioramonti, che neanche conosco». La deputata nuorese ha però stigmatizzato gli attacchi dei 5 stelle al loro ormai ex ministro sul tema dei rimborsi («non è accettabile che venga giudicato sulle restituzioni e non su come ha lavorato») e ha ribadito la sua presa di posizione su taglio dei parlamentari e prescrizione non in linea con quelle del Movimento («non sono un burattino: il territorio chiede altro»).

Il resto dei parlamentari sardi, invece, non solo prende le distanze da Fioramonti, ma sposa in toto la linea ufficiale del Movimento. «Io sono molto serena – dice la deputata Emanuela Corda, grillina della prima ora–. Sarà che vengo dalla passata legislatura e fughe in avanti ne ho visto tante. Sono quasi fisiologiche, ma chi se ne va non ha capito il nostro obiettivo e il nostro ruolo. Se entri al governo con una organizzazione devi saperci stare, non puoi pretendere che passi tutto quello che piace a te. Tutti nella manovra avremmo voluto di più, ma se devi neutralizzare l’Iva non puoi pretendere di avere 3 miliardi a tamburo battente. Le argomentazioni di Fioramonti sono molto deboli». Corda non ha dubbi sulla tenuta dei 5 stelle. «Quante volte ho sentito dire che eravamo morti, ma se ci fossimo arresi alle prime difficoltà oggi saremmo estinti. Invece, il Movimento va avanti perché ci sono tanti soldati che portano avanti le battaglie. Ci sarebbe piaciuto governare da soli, ma la legge elettorale non lo ha consentito e abbiamo dovuto fare accordi con i partiti». E su Di Maio la deputata dice che «ha sempre dimostrato grande forza e fedeltà al progetto. È di quelle persone che mi terrei carissime». Mentre su Lega e Pd Corda sceglie il Movimento. «Da noi ci sono tante anime, l’importante è non perdere noi stessi, al di là del partner».

Anche la senatrice Elvira Lucia Evangelista - che Paragone ha indicato tra le parlamentari più puntuali nelle restituzioni – boccia Fioramonti. «Sono molto delusa. Noi 5 stelle abbiamo imbarcato tanta gente che non veniva dal Movimento. Fioramonti aveva un passato nell’Italia dei valori e forse non ha mai fatto proprio il nostro progetto. Non puoi lasciare al primo malumore, alla prima difficoltà. In questa manovra ci sono cose importanti, dall’Iva al cuneo fiscale, ai provvedimenti per la famiglia e sugli asili. E lui ha ottenuto 2 miliardi. Le risorse che mancano le metteremo col Milleproroghe o nel futuro bilancio. Invece, ha prevalso l’ego». Archiviato Fioramonti, Evangelista guarda con ottimismo al futuro di M5s e governo. «Il peggio è passato, la cosa più difficile era approvare la legge di bilancio. Useremo gennaio per concordare i temi più importanti per i prossimi tre anni con le altre forze politiche con cui governiamo». Fioramonti si becca un 4 in pagella anche dal senatore Ettore Licheri. «È comprensibile che un ministro badi alle risorse destinate al suo ministero, meno comprensibile è la sua persistente miopia verso un quadro generale finanziario di elevata difficoltà. Lo scolaro Fioramonti si è mostrato politicamente molto infantile e umanamente molto egoista. Nessun rimpianto. Il mio voto è 4».



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