La Nuova Sardegna

Marcia della Pace: duemila in corteo per gli ultimi e l’isola

di Mario Girau
Marcia della Pace: duemila in corteo per gli ultimi e l’isola

CAGLIARI. «La Chiesa non può tacere». Con questa consegna di Papa Francesco per la 52esima volta “Pax Christi” italiana si è messa in cammino per una serata di riflessione. Un corteo di quasi 2mila...

02 gennaio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. «La Chiesa non può tacere». Con questa consegna di Papa Francesco per la 52esima volta “Pax Christi” italiana si è messa in cammino per una serata di riflessione. Un corteo di quasi 2mila persone ha attraversato le strade di Cagliari illuminate a festa. Si è parlato di disarmo mondiale, rischio di catastrofi nucleari, ma si è guardato anche vicino all’uscio di casa: povertà in Italia e in Sardegna, disoccupazione giovanile, lavoro precario, dispersione scolastica, il diritto alla salute, desertificazione demografica. E al Mediterraneo, «Nel Mare nostrum si sta compiendo – ha gridato don Luigi Ciotti - un nuovo olocausto». I semi della pace per l’attuale pontefice si gettano sempre e comunque. Don Luigi Ciotti ha ribadito la consegna di Papa Francesco: «La pace ha bisogno della nostra quotidianità, del riconoscimento del diritto di ogni uomo a esistere». Il fondatore del Gruppo Abele e di Libera indica i tre nemici della pace: opportunismo, quieto vivere, vedere il male e stare zitti. «La pace nasce nelle coscienze inquiete – ha detto don Ciotti - che si interrogano su tre emergenze: caduta della democrazia, terza guerra mondiale a pezzetti, come dice il papa, e catastrofe ecologica». «La marcia di quest’anno rappresenta un’altra occasione – ha spiegato monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi italiana – per gettare semi di pace nei sentieri difficili delle piccole e grandi storie che travagliano il mondo, dove si fabbricano armi, dove non si aderisce come l’Italia al Trattato che mette al bando le armi nucleari, si approva il progetto degli F35 e si finanziano missioni di pace condotte con le armi in pugno». Monsignor Filippo Santoro, Presidente della Commissione Episcopale nazionale per il lavoro e le problematiche sociali, da arcivescovo di Taranto vive in diretta i drammi dei lavoratori dell’ex Ilva e quelli dell’inquinamento, e conosce la realtà dell’Amazzonia dove è stato missionario per 10 anni: «La pace nasce dall’insofferenza verso la diversità di altri uomini e donne e da una conversione ecologica». Riflettori sulla Sardegna con don Angelo Pittau, che da 33 anni promuove la marcia della pace ad Ales-Terralba e in Sardegna: «Sono inquieti i cuori dei giovani e degli anziani per un’isola respinta nella povertà pur apparendo oasi di rifugio per i ricchi del mondo». L’ex assessore del Lavoro Franco Manca, responsabile della commissione regionale della pastorale sociale e del lavoro, sgrana le cifre del malessere sardo: povertà al 19%, 105 mila disoccupati. L’opera e lo stile Caritas raccontati dal direttore nazionale don Francesco Soddu. Monsignor Luigi Bettazzi, 96 anni, ha fatto tutte le 52 marce di Pax Christi. Messaggio finale dell’arcivescovo Arrigo Miglio:«La pace è possibile, ma è anche presente: è un dono di Dio affidato all’umanità».



In Primo Piano

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 20mila persone sfila per le vie della città

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative