La Nuova Sardegna

I 5 stelle nell’isola tra trionfi, ko e scontri feroci

I 5 stelle nell’isola tra trionfi, ko e scontri feroci

Due anni fa l’exploit alle politiche con il 42,5 per cento dei voti. Poi il caso Mura e il tonfo alle regionali

04 gennaio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. In Sardegna le ultime due tornate elettorali alle politiche sono state all’insegna dei 5 stelle. Nel 2013 il Movimento ha conquistato il 29,4 per cento dei voti, battendo sia il centrosinistra di Bersani che il centrodestra di Berlusconi. Nel 2018 il grande exploit con il record nazionale del 42,5 per cento e 16 parlamentari eletti su 25. Eppure quasi mai il Movimento è riuscito a trasformare questi successi in qualcosa di più di vittorie elettorali. Anzi, nell’isola la vita dei 5 stelle è stata caratterizzata da scontri, addii e polemiche. Il 2013 è l’anno della grande affermazione, dei primi parlamentari e soprattutto del primo sindaco 5 stelle, Mario Puddu ad Assemini. Le regionali del 2014 sarebbero dovute essere la consacrazione del grillismo nell’isola, ma le lotte fratricide interne al Movimento costringono Beppe Grillo a ritirare il simbolo dalla corsa alle regionali, poi vinte dal centrosinistra di Francesco Pigliaru.

Nel frattempo i 5 stelle iniziano a perdere qualche pezzo. La deputata Paola Pinna lascia il Movimento per Scelta civica di Mario Monti e poi per il Pd. Ad Assemini tre consigliere, tra cui anche la capogruppo, denunciano alla procura il sindaco per conflitto di interessi. Inevitabile, anche in questo caso, l'espulsione dal Movimento. Anche a Porto Torres, nel frattempo passata sotto i 5 stelle con la vittoria schiacciante di Sean Wheeler, la capogruppo rassegna le dimissioni con un duro atto d’accusa nei confronti del sindaco e viene cacciata. Più avanti anche l’unica eurodeputata sarda dei 5 stelle, Giulia Moi, sarà espulsa.

Dopo Assemini e Porto Torres passano al Movimento anche Carbonia e Dorgali, ma il grande obiettivo dei 5 stelle sono le politiche del 2018. Alle parlamentarie viene escluso a sorpresa il senatore Roberto Cotti, ma questo non impedisce al Movimento di affermarsi nettamente: i 5 stelle prendono il 42,5 per cento al proporzionale e vincono in tutti e nove i collegi uninominali. Ma la prima grana arriverà proprio da uno di questi vincitori, lo skipper Andrea Mura, che, sotto accusa per le numerose assenze in aula, in un’intervista alla Nuova si difenderà sostenendo che l’attività politica si può fare anche in barca e non solo in Parlamento. Immediata l’espulsione. Lui lascia Montecitorio, ma alle elezioni suppletive ad affermarsi sarà il centrosinistra con Andrea Frailis. Nel frattempo Mario Puddu, candidato governatore, viene azzoppato dalla condanna per abuso d’ufficio nell’inchiesta che era scaturita dall’esposto delle tre ex consigliere grilline. Puddu è costretto a farsi da parte, dopo settimane di incertezza vengono indette le nuove Regionarie, da cui però viene escluso Luca Piras, il secondo più votato alle prime. A vincere sarà Francesco Desogus, ma alle elezioni vere non andrà oltre l’11,2 per cento col Movimento fermo sotto il 10. L’ultima grana alle comunali di Cagliari. In extremis il Movimento sceglie il cardiochirurgo Alessandro Murenu, ma dopo 24 ore il riemergere di alcuni suoi post anti-abortisti porta alla sua cacciata e al ritiro dei 5 stelle dalla corsa elettorale. (al.pi.)

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative