La Nuova Sardegna

Latte, due proposte di legge per aiutare il comparto

Latte, due proposte di legge per aiutare il comparto

Presentate da Talanas, Fi: in cantiere incentivi per chi sospende la produzione L’obiettivo è ridurre la quantità per fare risalire il prezzo di vendita 

11 gennaio 2020
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NUORO. C’erano quattro assessori della giunta regionale ieri pomeriggio in una sala stracolma di pastori per discutere dello sviluppo e dei problemi del settore. Un incontro organizzato da Forza Italia, presente in modo corposo (c’era persino il sindaco di Olbia Settimo Nizzi), sulla scia di due proposte di legge presentate nel novembre scorso da Giuseppe Talanas, avvocato orunese alla sua prima legislatura, pastore e consigliere regionale per sua stessa definizione. Le proposte di Talanas, presentate insieme con i colleghi Cocciu e Cera, ancora allo stato embrionale e mai discusse in commissione agricoltura, mirano a un riequilibrio del settore allevamento attraverso aiuti mirati. La prima, favorendo con incentivi l’allevamento di razze bovine autoctone, la seconda affrontando il problema dell’eccedenza di latte ovino (o presunta tale, come si vedrà più avanti nel dibattito) dando incentivi ai 50 ai 70 euro per capo, a seconda della dimensione dell’azienda, agli allevatori che “fermeranno” per un anno o una stagione la produzione del latte. L’obiettivo è ridurre la quantità di latte immesso sul mercato, così da far salire il prezzo di vendita al di là dell’attuale, oggi vicino se non più basso del costo di produzione.

Va detto che la seconda proposta ha suscitato un forte dibattito nelle ultime settimane, in particolare sui social, e l’incontro di ieri – moderato dall’ex presidente della Regione Angelo Roych – aveva lo scopo di un confronto senza filtri o quasi tra il mondo delle campagne e la giunta regionale. Talanas ha insistito più volte sul fatto che la sua idea sia aperta, cioè suscettibile di modifiche, arricchimenti e suggerimenti che arrivino in particolare dai lavoratori della pastorizia. L’appello è stato accolto da alcune centinaia di allevatori, che hanno riempito la sala conferenze dell’Eurohotel a Nuoro. La presenza del governatore Solinas, data per certa, è saltata per un impegno.

Politici e assessori regionali non si sono sottratti al dibattito, che prevedeva l’alternanza tra gli interventi dei pastori e quelli dei rappresentanti istituzionali, anche se da questo lato non sono mancati ammiccamenti un po’ populistici verso la platea; e, dall’altra parte, l’accusa di propaganda elettorale rivolta verso il tavolo dei relatori. La proposta Talanas ha avuto un sostanziale gradimento e l’assist dei compagni di partito, anche se non sono mancati i distinguo e più di una critica dagli addetti ai lavori. Il consigliere regionale ritiene che nella filiera del latte e del formaggio, in particolare del pecorino romano, la suddivisione dei rischi penda sulle spalle dei pastori, costretti a vendere un prodotto alla cieca, senza sapere da principio quanto verrà pagato. Una situazione insostenibile secondo il deputato Pietro Pittalis, che propone fiscalità di vantaggio per il mondo delle campagne. Sul banco degli imputati, oltre che gli industriali trasformatori, finiscono anche le associazioni di categoria («Fanno business anche loro», dice l’allevatore Diego Manca di Bitti, che propone di incentivare le centrali del latte). L’eccedenza? Un’invenzione, dice un suo collega: piuttosto riguarda il pecorino romanoe non il latte. Per altri pastori gli incentivi a 50 o 70 euro per “fermare” una pecora sono insufficienti, perché i costi di allevamento – latte o meno – ci sono comunque, e propone 200 euro a capo. L’assessore alla Programmazione Giuseppe Fasolino storce il naso di fronte alla cifra, ma dice che i fondi si possono trovare. La proposta, o quantomeno la necessità di una riforma della pastorizia, incassa anche il gradimento delle assessore Alessandra Zedda (Lavoro) e Valeria Satta (Personale). Ma gli occhi di tutti sono ovviamente puntati su Gabriella Murgia, responsabile dell’Agricoltura. Da lei parole di fuoco verso la ministra Teresa Bellanova, colpevole di aver gelato i pastori sul latte pagato un euro, ma anche critiche per la mancanza di decreti sulla tracciabilità del latte, oggi in balìa delle importazioni selvagge dal resto d’Europa. Murgia ricorda di essere in carica da pochi mesi e di dover affrontare un problema che data almeno quarant’anni, parla di eccessi di burocrazia da parte della precedente giunta e propone un nuovo ente che si occupi unicamente di pastorizia. (p.me.)

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