La Nuova Sardegna

Dorsale del metano via libera al tratto nord

di Umberto Aime
Dorsale del metano via libera al tratto nord

La commissione tecnica del ministero dell’ambiente dà l’ultimo ok al tracciato Solinas e Pili: pronti a entrare nella fase operativa. Ma resta il nodo delle tariffe

15 gennaio 2020
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CAGLIARI. Pezzo dopo pezzo comincia a prendere forma il tracciato della Dorsale, la futura rete per la distribuzione del metano da un capo all’altro della Sardegna. Dopo il via libera al tratto sud, a settembre, la Commissione tecnica nazionale del ministero dell’ambiente ha autorizzato anche il tracciato nord. A questo punto il lasciapassare è completo da Cagliari fino a Porto Torres. Però i due tronconi continueranno a viaggiare in parallelo. Per il primo, quello sud, sta infatti per essere pubblicato l’ultimo decreto necessario, nei prossimi giorni lo firmeranno insieme i ministri dell’ambiente e dei beni culturali. Mentre per il tratto nord ci vorrà ancora qualche mese in più visto che la decisione della Commissione tecnica è di questi giorni. Poi, subito dopo, invece sarà il ministero all’industria a convocare le due distinte conferenze di servizio per esaminare, con la Regione e i Comuni, ogni metro del tracciato. Tirate le somme, il consorzio Enura, la società costituita dalla Snam e dalla Gasdotti Italia-Sgi, si dice pronta a far partire i cantieri fra settembre e ottobre. Le prime forniture? Forse a metà o alla fine del 2021.

Tappa fondamentale. Il governatore Christian Solinas ha commentato per primo la seconda e positiva decisione della Commissione. «A Roma – le sue parole – è stato compiuto un altro passo decisivo per la metanizzazione della Sardegna. In pochi mesi, da quando abbiamo preso in mano la questione energetica, siamo riusciti a superare tutti i problemi tecnici, recuperando il tempo perso. Ora, ottenuti i pareri necessari e con la realizzazione delle infrastrutture, potremo cominciare a programmare il futuro della Sardegna». Per l’assessore all’ambiente Gianni Lampis: «Abbiamo dimostrato, ancora una volta, come le prospettive di crescita e sviluppo non siano assolutamente in contrasto con le esigenze di tutelare l'ambiente e il paesaggio. Lo ripeto da tempo: la Dorsale non provocherà alcun impatto negativo sui territori soprattutto perché la rete sarà realizzata secondo tutte le prescrizioni pretese dalla Regione». Fino alla dichiarazione secca dell’assessora all’industria Anita Pili: «La metanizzazione della Sardegna finalmente non è più solo sulla carta, ormai siamo entrati nella fase operativa».

Tratto nord. Il tracciato settentrionale sarà suddiviso in tre sotto tracciati: Palmas Arborea-Macomer, lungo 50 chilometri, Macomer-Porto Torres, 78,7, e Macomer-Olbia, 108,3. Poi ci saranno i collegamenti con Alghero, 18,6 chilometri, Nuoro, 5,2, Pozzomaggiore, 1,1, Sassari, 6,3, Siamanna, 5,5, Suni, 15,5, Thiesi, 10,5 e Ittiri, 305 metri. Il tratto sud partirà invece da Cagliari verso Palmas Arborea, con una bretella in direzione del Sulcis e nove diramazioni secondarie. La lunghezza del tubo da un capo all’altro della Sardegna sarà in tutto di 583 chilometri, la larghezza intorno ai 60-65 centimetri e dovrà essere interrato in trincee profonde almeno 2,5 metri. Il costo complessivo oscillerà fra mezzo miliardo e 650 milioni.

La questione tariffe. Dopo aver superato di slancio i passaggi tecnici, a rimanere ancora in bilico è la questione di chi dovrà caricarsi sulle spalle il costo della Dorsale – non dovranno essere solo i sardi, sostiene da sempre la Regione – e poi quello delle tariffe del metano consumato da famiglie e imprese: «Dovranno essere le stesse pagate sulla terra ferma», è un’altra storica rivendicazione. Però di recente l’Autorità nazionale per l’energia, l’Arera, ha ribadito che «al massimo alla Sardegna potrà essere concessa una sperimentazione di tre anni all’interno di una delle macro aree in cui è divisa l’Italia». Decisione che invece, come si sa, è stata smentita dall’ultimo Piano energetico nazionale, firmato dal Governo con le Regioni, in cui invece «la Sardegna è da oggi in poi inserita a pieno titolo nella rete nazionale per quanto riguarda l’approvvigionamento e la distribuzione». Dunque, l’incertezza c’è, ma non per il governatore Solinas: «In ogni sede – fa sapere – continueremo la nostra battaglia per veder riconosciuto un regime favorevole a chi vive e lavora nella nostra regione, perché ai sardi dovranno essere garantite le stesse tariffe praticate nel resto d’Italia. Fino a colmare quel divario, nel prezzo dell’energia, che da sempre penalizza la nostra economia». È dunque una sfida, quella sulle tariffe, che «dovremo vincere comunque e per forza, perché non possiamo più tollerare che l’assenza del metano costi ancora alla Sardegna 400 milioni in più ogni anno», secondo la requisitoria dell’assessora Anita Pili.

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