La Nuova Sardegna

Pietra d’inciampo per ricordare Canalis

Pietra d’inciampo per ricordare Canalis

Sarà una pietra d’inciampo a tenere viva la memoria dell’antifascista Rino Canalis, originario di Tula, vittima della strage delle Fosse Ardeatine. A Roma davanti al numero 26 della Piazza dei Prati...

17 gennaio 2020
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Sarà una pietra d’inciampo a tenere viva la memoria dell’antifascista Rino Canalis, originario di Tula, vittima della strage delle Fosse Ardeatine. A Roma davanti al numero 26 della Piazza dei Prati degli Strozzi, ultima residenza del professore, ordinario di latino e greco nei licei della capitale, da cui fu prelevato per essere arrestato, Giovanna e Gianfranco Canalis, figli di Rino, insieme ai nipoti e agli amici più intimi, hanno assistito alla posa della pietra incastonata nel selciato. Su iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, in questi anni nelle principali città europee sono state installate tante placche di ottone applicate sui ciottoli con l’indicazione del nome e della tragica fine delle vittime del nazifascismo in modo da creare una memoria diffusa e non dimenticare i malcapitati protagonisti. Canalis, nella pur breve vita passata nella capitale, ebbe modo di affermarsi come brillante letterato, fermo nelle sue convinzioni di libertà e democrazia tanto che sin dal 1939 maturò una nuova coscienza politica in antitesi col regime e nel 1943 diventò attivista del Partito d’Azione. Il rifiuto di giurare per la Repubblica di Salò lo portò a essere considerato nemico del regime ma anziché darsi alla clandestinità rimase al proprio posto e il 14 marzo 1944 fu prelevato per essere portato alla Pensione Oltremare di San Gregorio al Celio, famigerato luogo di tortura, quindi al carcere di Regina Coeli. Dopo la rappresaglia tedesca in risposta all’attentato di Via Rasella fu inserito nella lista nera dei 335 e condotto alle Cave Ardeatine dove fu trucidato. «Siamo contenti che il nostro compaesano venga ricordato, perché è stato un esempio di grande integrità morale» dice il sindaco di Tula, Gino Satta. (francesco squintu)

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