in aula
Fois, il sopravvissuto, resta in silenzio I legali: quel giorno ha perso la serenità
NUORO. La bilancia e l’economia di un processo per un omicidio e un tentato omicidio e altri reati (violazione di domicilio e porto in luogo di arma da fuoco) poteva concludersi con una forbice...
18 gennaio 2020
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NUORO. La bilancia e l’economia di un processo per un omicidio e un tentato omicidio e altri reati (violazione di domicilio e porto in luogo di arma da fuoco) poteva concludersi con una forbice davvero differente di esiti. Dall’ergastolo a vent’anni. Era questo lo scenario a cui ci si trovava di fronte nella tarda mattinata di ieri prima che il giudice entrasse in camera di consiglio. Accogliendo completamente le richieste dell’accusa che aveva sollecitato l’ergastolo e l’isolamento diurno per aver contestato tutta una serie di aggravanti (premeditazione e abietti motivi) il giudice facendo uno sconto (isolamento) previsto dal rito abbreviato ha comminato a Ettore Sini la condanna al carcere a vita. Se invece fosse passata la linea della difesa perorata per quasi quattro ore nelle arringhe appassionate e precise dagli avvocati Lorenzo Soro e Pasquale Ramazzotti che chiedevano di non contemplare alcuna aggravante, la condanna sarebbe scesa sino a trent’anni, pena che poi ridotta per il rito abbreviato si sarebbe fermata a venti. Per tutta la mattinata i parenti della vittima e dell’imputato hanno atteso con pazienza che la lunga udienza arrivasse alla sua conclusione. Gabriele Fois, presente in aula, è uscito ogni tanto per fare due passi, chissà con quale travaglio interiore. Anche ieri a sentenza pronunciata ha preferito tenere come ha fatto finora la linea del silenzio e del basso profilo. «Nessun commento», ha ribadito il sopravvissuto alla furia di Sini, prima di scendere le scale per guadagnare l’uscita. Parlano, in maniera misurata, i suo legali, gli avvocati Pietro e Mario Pittalis. «È una sentenza che non restituisce alla vita la vittima e non restituisce serenità a Gabriele Fois – dicono – prendiamo comunque atto di un verdetto che ha posto fine a una vicenda con una pena adeguata alla gravità dei fatti contestati». Un po’ di delusione appare sul volto dei difensori di Ettore Sini. «La sentenza è stata severa per il nostro assistito. Rifletteremo meglio sul da farsi quando conosceremo le motivazione del giudice», il commento dell’avvocato Lorenzo Soro. Di parere differente gli avvocati Bruno Conti e Orlando Ugone che rappresentano le sorelle e altri familiari della vittima. «Condividiamo la sentenza. Non si può certo esultare ma possiamo ritenere che sia stata fatta giustizia». (l.u.)