La Nuova Sardegna

Il selfie a casa dell’anziano poi il pestaggio: 3 arrestati

di Luciano Onnis
Il selfie a casa dell’anziano poi il pestaggio: 3 arrestati

Sono giovanissimi, tra loro un 16enne: avevano atteso il rientro del pensionato

29 gennaio 2020
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PISCINAS. Determinati e senza scrupoli nonostante la giovanissima età, pronti anche ad arrivare ad uccidere per impossessarsi dei pochi averi di un anziano pensionato. Ma anche sfrontati e irridenti tanto da farsi un selfie sdraiati sul letto in attesa dell'arrivo della vittima. Sono questi i tre rapinatori, arrestati ieri mattina dai carabinieri, che nel tardo pomeriggio del 26 ottobre scorso entrarono nella casa in una stradina alla periferia di Piscinas e poi aggredirono con inaudita violenza al suo ritorno il proprietario, il 78enne Pinuccio Uccheddu. L'anziano venne selvaggiamente percosso con un piede di porco usato per scardinare una finestra, poi legato e imbavagliato. Finì all'ospedale con prognosi riservata per la frattura di dodici costole, contusioni multiple alla testa e lo spappolamento della milza, poi asportata con intervento chirurgico. Il tutto per un misero bottino del valore di meno di mille euro, giusto il valore di pochi monili in oro, compresa la fede, appartenuti alla moglie dell’anziani morta pochi mesi prima. Gli autori di quell'efferata aggressione sono stati ora assicurati alla giustizia dai carabinieri della compagnia di Carbonia diretti dalla capitana Lucia Dilio, con un speciale nota di merito per quelli della stazione di Giba che hanno raccolto nel territorio in cui era avvenuta la rapina tutta una serie di prove inconfutabili sulla colpevolezza dei tre indagati. In carcere sono finiti i 22enni Gian Marco Garau di Nuxis e Mirko Manca di Villaperuccio, esecutori materiali della violenza sull'anziano pensionato, mentre il loro complice 16enne di Piscinas, basista del colpo e palo durante l'esecuzione, è finito in una casa famiglia dove sarà seguito dal servizio sociale minorile del tribunale per i minori di Cagliari.

Da arancia meccanica la ricostruzione fatta dalla capitana Dilio e dalla marescialla Roberta Di Pillo, vice comandante della stazione di Giba, dopo che il comandante provinciale dell'Arma, colonnello Cesario Totaro, non ha mancato di elogiare e ringraziare i suoi collaboratori per l'importante risultato delle indagini. Ma soprattutto ha tenuto a rimarcare la collaborazione con gli investigatori degli abitanti di Piscinas, paese di poco più di 1000 anime dove tutti si conoscono e sanno molto l'uno dell'altro. La rapina era stata preparata dai tre giovani, incensurati ma conosciuti dai carabinieri per qualche trasgressione, con basista e organizzatore il sedicenne compaesano della vittima. Nel primo pomeriggio del 26 ottobre i tre sono passati e ripassati più volte con la Opel Corsa blu di Gian Marco Garau (in realtà della madre), fatto insolito che non è sfuggito ai vicini di casa di Pinuccio Uccheddu ed è stato ripreso da telecamere di di videosorveglianza lì vicino. Alle 17,40, quando il padrone non era ancora tornato dall'orto, la banda è entrata in azione. Garau e Manca hanno scardinato una finestra e sono entrati in casa, mentre il basista è rimasto nascosto fuori a fare il palo. È in questi momenti di attesa del rientro del pensionato che i due si sono sdraiati sul suo letto e si sono fatti un selfie con i passamontagna calati sul volto e l'esibizione beffarda del dito medio. Appena messo piede in casa, l'anziano è stato aggredito, picchiato selvaggiamente con un piede di porco in ferro, legato mani e piedi con funicelle e imbavagliato con nastro adesivo per pacchi. Arraffati alcuni gioielli in oro, monete da collezione e campioni di minerali, i rapinatori sono andati via senza però i soldi che l'uomo aveva in un borsello sfuggito ai controlli. Solo mezz'ora dopo Pinuccio Uccheddu è riuscito a liberarsi e chiedere aiuto ai vicini. Sul posto sono arrivati in breve 118 e carabinieri: la vittima è stata portata all'ospedale, i militari hanno cominciato la caccia ai malviventi. È in questo frangente che è stata fermata la Opel Corsa blu con Garau e Manca, caduti in numerose contraddizioni. Tant'è che l'auto, ipotizzando la partecipazione dei due alla rapina, era stata messa sotto sequestro. Il terzo complice si era invece allontanato a piedi andando a nascondersi, visto da un testimone, in un canneto dove poi i carabinieri hanno trovato una sua felpa, le monetine e i pezzi di minerale trafugati. Questi elementi e altri ancora (più le tracce biologiche raccolte dai Ris ) sono finiti in un rapporto che ha portato ai mandati di arresto disposti dalla gip Manganiello.

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