La Nuova Sardegna

Trapianti e donazioni: l’isola regione virtuosa

Trapianti e donazioni: l’isola regione virtuosa

Nel 2019 140 espianti ma i pazienti sardi ne hanno beneficiato solo per metà Dorgali primo comune in Italia per il consenso dei cittadini: sì dal 98 per cento

31 gennaio 2020
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CAGLIARI. La generosità dei sardi è una matrice indelebile da sempre, anche nelle donazioni di organi. A confermarlo è l’ultimo report del Centro regionale trapianti, che ha messo a confronto la Sardegna con le altre regioni. Ecco i numeri: nel 2019 gli espianti nell’isola sono stati 140 ed è uno dei picchi nazionali più alti. Ma solo in 76 casi a beneficiarne sono stati i sardi, tutti gli altri organi hanno avuto come riceventi pazienti della penisola. Ancora: la Sardegna è al terzo posto in Italia, dietro Toscana ed Emilia Romagna, per le segnalazioni dagli ospedali, soprattutto dai reparti di terapia intensiva, dei potenziali donatori in stato di morte celebrale, e questo significa che in Sardegna la rete espianti-trapianti c’è ed è efficiente. Infine è anche un terzo raffronto nazionale a dare ancor maggior forza al valore della generosità dei sardi. Fra i Comuni compresi nella fascia 5mila-15mila abitanti, Dorgali è al primo posto in Italia con il 98 per cento di consensi alla donazione di organi. Tra i primi dieci ci sono anche San Gavino, Lanusei e Oliena. Nelle grandi città la percentuale è alta lo stesso: Cagliari, con 79 casi su 100, è in testa alla classifica dei Comuni con oltre 50mila abitanti, seguita da Sassari con 78. Il trend è confermato anche nei piccoli centri, quelli nella fascia mille-cinquemila abitanti: Lunamatrona, Gergei e Barumini sono fra i primi dieci in Italia. La sintesi regionale è che l’Isola col 77,1 per cento si piazza al terzo posto assoluto, dietro Trentino e Valle d’Aosta, per dichiarazioni favorevoli all’espianto.

Grande potenziale. «Sono proprio questi numeri a confermare che, dopo un anno complicato, nel 2019 il sistema donazioni-trapianti ha ripreso a funzionare, raggiungendo performance importanti. Però va aggiunto che c’è ancora molto da fare: dev’essere più diffusa la cultura delle donazioni e in questa azione, che è di alto senso civico, dobbiamo impegnarci al massimo». È stato proprio questo il punto su cui ha battuto Lorenzo D’Antonio, coordinatore del Centro trapianti: «Insieme a questi dati positivi – ha sottolineato – c’è però anche l’aumento della percentuale di quanti si oppongono ai trapianti, è attorno al 24, e quindi dobbiamo intervenire di sicuro. Lo faremo con una grande campagna di sensibilizzazione per informare in modo sempre più corretto i cittadini». E forse una campagna di sensibilizzazione dovrà essere rivolta anche ai Comuni: sono ancora un centinaio in Sardegna quelli che, nonostante sia obbligatorio farlo, non chiedono ai cittadini se sono d’accordo o meno sulle donazioni d’organi al momento del rilascio della carta d’identità.

Numero di interventi. Nel 2019 sono stati 76 i trapianti in Sardegna contro i 64 dell’anno precedete. Ventisette sono stati quelli di fegato, compreso uno combinato fegato-rene, quattro in più rispetto al 2018. Quelli di rene 46, nove in più. Tre i quelli di cuore contro i due dell’anno precedente. «C’è stato quindi un aumento significativo degli interventi – ha confermato D’Antonio – e significa che oltre al sistema a monte della catena dei trapianti, cioè dalle segnalazioni in arrivo dai reparti di terapia intensiva al consenso preventivo, i sardi possono contare sempre più su equipe chirurgiche d’eccellenza. Il nostro obiettivo è, a questo punto, far crescere quest’anno il numero degli interventi non solo su pazienti sardi, ma anche su quelli in arrivo da altre regione. In sostanza, faremo tutto il possibile per essere ai primi posti fra i centri nazionali di riferimento per i trapianti».

Velocità. È sempre nei trapianti che la Sardegna può vantare un record che purtroppo non ha in altre branche della sanità: le sue liste d’attesa sono molto più corte di quella media nazionale. Se nella penisola sono 750 i giorni prima dell’intervento in sala operatoria per un trapianto di fegato, nell’isola sono molto meno della metà, 240, e per il cuore addirittura 360 contro gli 85 negli ospedali sardi.

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