La Nuova Sardegna

la tragedia di alghero

di Luca Fiori
la tragedia di alghero

SASSARI. «Non l’ho uccisa io. Speranza non stava bene, era depressa, qualcosa la turbava. Il 6 dicembre l’ho trovata impiccata nell’abitazione in cui vivevamo insieme e ho deciso di esaudire il suo...

04 febbraio 2020
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SASSARI. «Non l’ho uccisa io. Speranza non stava bene, era depressa, qualcosa la turbava. Il 6 dicembre l’ho trovata impiccata nell’abitazione in cui vivevamo insieme e ho deciso di esaudire il suo desiderio di essere sepolta in quel posto che tanto amava. Quella collina dove andavamo spesso a goderci la vista sul mare e su Capo Caccia».

Ha pianto ieri mattina davanti al giudice delle indagini preliminari Antonello Spanu e al sostituto procuratore Beatrice Giovannetti, Massimiliano Farci, 53 anni di Assemini, accusato di aver ucciso la fidanzata Speranza Ponti, 50 anni di Uri, e di essersi disfatto del suo corpo, gettandolo in un campo che confina con un parcheggio frequentato dalle coppiette all’interno del resort Vista Blu, a Monte Carru, estrema periferia di Alghero.

L’uomo, difeso dall’avvocato Daniele Solinas, è arrivato al palazzo di giustizia di via Roma a Sassari un quarto d’ora prima delle 10 del mattino, scortato da quattro agenti della polizia penitenziaria.

Giaccone e pantaloni scuri, scarpe da tennis, Farci è entrato nell’aula dell’interrogatorio con le manette ai polsi e lo sguardo perso nel vuoto.

«Non l’ho uccisa, non avrei potuto farlo» ha provato a spiegare in lacrime – rispondendo alle domande dei magistrati – il pizzaiolo che nel 1999 era stato arrestato insieme al fratello Fabio con l’accusa di aver strangolato, gettato e poi dato alle fiamme in una discarica il corpo del ragioniere di San Sperate Roberto Baldussi, per impossessarsi della sua una Lotus rossa.

Massimiliano Farci era stato condannato all’ergastolo e nel 2017 aveva ottenuto la semi libertà. Ad Alghero con l’aiuto dei familiari un paio d’anni fa aveva aperto una pizzeria e Speranza Ponti da un anno e mezzo lavorava con lui, dopo la fine del suo matrimonio a Genova.

«Avevo paura che nessuno mi avrebbe creduto – ha detto l’uomo durante l’ora e mezza di domande e contestazioni – così ho deciso di portare Speranza in quel posto che amava». Durante l’interrogatorio di garanzia ieri mattina Farci ha anche speigato di aver fatto tutto da solo e provato a giustificare i prelievi fatti con la carta bancomat della donna, 5000 euro in meno di due mesi a tranche da 500, facendo capire agli inquirenti che quei soldi erano anche suoi.

Al termine dell’interrogatorio il gip Spanu ha convalidato il fermo eseguito venerdì scorso dai carabinieri di Alghero e disposto per Farci la custodia cautelare nel carcere di Bancali.

Ieri pomeriggio sono iniziati invece gli accertamenti sul corpo di Speranza Ponti. È stata eseguita preliminarmente una tac sul cadavere e stamattina nell’istituto di medicina legale verrà effettuata l’autopsia dal medico legale Salvatore Lorenzoni. Dall’esame si potrà capire qualcosa sulle cause della morte della povera donna. Per far credere a tutti che Speranza fosse andata via e lo avesse lasciato Farci aveva scritto sul profilo facebook della fidanzata e da un secondo account falso, facendo credere che la 50enne si trovasse in Spagna. Giovedì alle 15.30 nella chiesa di Nostra Signora di Paulis di Uri si celebreranno i funerali. La famiglia si costituirà parte civile nel processo con l’avvocato Stefano Carboni. Per quasi due mesi i familiari hanno rispettato il silenzio suggerito dagli inquirenti, sperando fino all’ultimo giorno di poter riabbracciare la loro cara.

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