La Nuova Sardegna

Rivoluzione Abbanoa Anci: più spazio ai Comuni

di Silvia Sanna
Rivoluzione Abbanoa Anci: più spazio ai Comuni

Parte la fase due dopo le dimissioni dell’amministratore unico e il via libera al cda L’appello di Deiana: stop ai capi e alla struttura piramidale, si dia voce ai territori

05 febbraio 2020
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SASSARI. L’assemblea non ha avuto dubbi e il sì alla proposta dell’assessore Frongia è arrivato quasi all’unanimità: neppure un voto contrario ma soltanto un’astensione – quella del sindaco di Milis Sergio Vacca – alla volontà di chiudere un’epoca e avviarne un’altra. Tradotto: stop all’amministratore unico, si riparte con un consiglio d’amministrazione, un organismo collegiale e un amministratore delegato. Abramo Garau, da ieri ex amministratore unico, ha evitato lo scontro con la Regione presentando le dimissioni e mettendosi a disposizione per avviare il nuovo processo. Un passo indietro apprezzato dall’assessore Frongia e dal presidente della Regione Christian Solinas, entrambi fiduciosi che il nuovo assetto possa ridare smalto alla società di gestione del servizio idrico, da sempre malvista dagli utenti. Le aspettative sono altissime: i soci, cioé i Comuni, chiedono di avere voce in capitolo e sollecitano una gestione più democratica e vicina ai territori. La nomina di Abramo Garau andava proprio in questa direzione. L’ex amministratore era stato scelto dai Comuni in contrapposizione con la precedente giunta Pigliaru che aveva invece proposto il manager Andrea Bossola. Ma i risultati ottenuti dal management sono stati evidentemente deludenti: Garau non è riuscito a mantenere il consenso da parte soprattutto dei piccoli Comuni, che confidavano in lui per avvicinare la società ai cittadini e alle loro esigenze quotidiane, trasformandola nella società della comunità. A dirlo è il presidente dell’Anci Emiliano Deiana: «Garau non ha colto la portata innovativa della sua elezione – spiega – ma la figura del capro espiatorio non mi ha mai convinto». Deiana, sindaco di Bortigiadas, molto critico nei confronti del modus operandi di Abbanoa, non crede che i problemi possano essere risolti con il ritorno del Cda: «Significherebbe affermare che tutte le colpe sono dell’Amministratore unico dimissionario e questo sarebbe profondamente sbagliato. Sono semplificazioni che non solo rifiuto, ma non sono proprio credibili da parte nemmeno dei più sprovveduti. È impensabile puntare il dito solo su Abramo Garau. Dico al contrario che serve un cambio di strategia complessiva da parte della società di gestione». Che, secondo Deiana, deve riuscire ad avvicinarsi ai territori e diventare finalmente amica dei cittadini che continuano da anno a guardarla in cagnesco. Come si fa: «Il cda non è sufficiente per avviare una buona gestione – dice Deiana – e personalmente sono contrario all’introduzione dell’amministratore delegato: mi sembra solo una moltiplicazione di ruoli e di funzioni. Serve, in realtà, il coinvolgimento di tutti i soci: per me l’ideale sarebbe davvero l’introduzione del sistema di “una testa un voto”. Non tutto può essere difatti misurato col numero di abitanti né con la forza di quote azionarie residue che detiene la Regione». Solo con una gestione di tipo “orizzontale” si potrebbe dare gambe «a una profonda riorganizzazione e distrettualizzazione della Società: una società piramidale come Abbanoa ha dimostrato di non funzionare. Occorre che la Regione, secondo le procedure indicate dagli enti di controllo e regolatori, dismetta le proprie quote e non pensi di cannibalizzare il futuro consiglio di amministrazione». Deiana non ha dubbi: «La società o rafforza i rapporti coi soci, con le comunità e coi cittadini oppure è destinata a morire». Ed è impensabile commettere gli errori del passato: la condanna da parte dell’Agcom per pratiche aggressive nei confronti dei clienti «rappresenta un punto di non ritorno – dice il presidente dell’Anci – lì si è rotto definitivamente un rapporto di fiducia e la resistenza della società sulle sue posizioni ha prodotto danni con i cittadini utenti non facilmente ricucibili».



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