La Nuova Sardegna

Il Dna ritorna ai sardi e l’isola sogna il suo elisir

Il Dna ritorna ai sardi e l’isola sogna il suo elisir

La matrici genetiche di 13mila volontari saranno custoditi dalla Fondazione  La dieta sardo-mediterranea al centro di un progetto europeo sulla longevità

06 febbraio 2020
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CAGLIARI. Il forziere delle provette sta per cambiare padrone. Per fortuna, ben presto, ritornerà agli ogliastrini. A chi da sempre è il legittimo proprietario della storia affascinante dei centenari. Però c’è dell’altro, al di là dello storico annuncio. All’orizzonte, s’intravede anche un affascinante progetto europeo per dimostrare, al mondo intero, che formaggi, legumi, pane, latte, vino e ricette della dieta sardo-mediterranea sono un eccellente elisir di lunga vita. Ma soprattutto trascinare l’Ogliastra alla riscossa.

La svolta. Dopo essere state saccheggiate e fin troppo strapazzate da multinazionali aggressive, le matrici genetiche di 13mila volontari saranno custoditi dalla neonata Fondazione Dna. «Siamo gente comune, tutti». O meglio, sono quelli che, nei primi anni duemila, si erano messi al servizio della scienza, per poi finire, loro malgrado, schiavizzati da tutt’altro idolo, il dio denaro. La Fondazione comincerà a essere custode ufficiale, appena la Procura dissequestrerà i corpi di reato del processo in corso sul saccheggio del laboratorio di Perdasdefogu. «Siamo pronti, eccoci», ha detto, con soddisfazione, Flavio Cabitza. È lui il testardo portavoce, «mai ho mollato la presa», dell’associazione «Insieme», che ha scelto la Fondazione come braccio operativo. Il suo partner sarà la Regione, che, con 250mila euro, finanzierà le prossime grandi manovre. Ora c’è entusiasmo fra gli ogliastrini. «Dopo averci abbandonato per anni, quando al governo della Regione c’era il centrosinistra, la politica finalmente s’è schierata con noi e non con speculatori più o meno sponsorizzati», ha ricordato. Lo ha fatto, saltando dal burrascoso fallimento di SharDna, la vecchia società capofila, alla svendita delle matrici all’italo-inglese Tiziana life, per solo 258mila euro nonostante valessero 5 milioni. Ma ricordando anche la lunga battaglia giudiziaria, con l’intervento decisivo del garante per la privacy, Antonello Soro, per «riavere indietro i dati identitari». Non è stato facile, ha sottolineato Filomena Polito. Napoletana, da anni travolta dall’amore per l’Ogliastra, è stata una delle consulenti dell’associazione: «Confermo che, con una lettera di disdetta inviata a Londra, abbiamo ottenuto quanto ci spettava. Davide ha sconfitto Golia».

Petto in fuori. A settembre la giunta Solinas era scesa in campo, per dire alle comunità, impegnate nella sfida lanciata a Tiziana life e al Parco genetico di Perdasdefogu, ultimo guardiano privato delle provette, «noi ci siamo». Così, poco prima di far parte della Fondazione, la stessa maggioranza s’è schierata in prima fila. Dal governatore Solinas, «i sardi ritorneranno a essere custodi di un patrimonio inestimabile», agli assessori Mario Nieddu, sanità, e Quirico Sanna, enti locali, che si sono alternati nel sostenere: «Da sempre i campioni genetici hanno un enorme valore scientifico, ed era assurdo che rimanessero ancora prigionieri in terra straniera». Anche l’assessore ai Trasporti, l’ogliastrino Giorgio Todde, ha detto di essere «felice e soddisfatto».

Il futuro. Le tappe saranno tre. Prima di tutto la Fondazione dovrà essere nominata custode delle provette e dei dati, per poi diventarne l’unica proprietaria. Poi prenderà possesso dell’attuale sede del Parco genetico. Infine, la Fondazione si lancerà in un doppio progetto. «Il cibo dei centenari dovrà essere conosciuto e apprezzato come un brand internazionale vincente», ha detto Massimo Masia, responsabile marketing della piattaforma Insula, che per il consorzio gallurese Cipnes si occupa di esportare le eccellenze sarde. «In Giappone ci sono riusciti, con le patate dolci dell’isola di Hokinawa. Dobbiamo farlo anche noi, aggregando le piccole aziende agroalimentari dell’Ogliastra e vendendo i loro prodotti». Poi c’è l’aspetto scientifico, descritto da Nicola Culeddu, ricercatore del Cnr e consulente scientifico dell’associazione. «Con un finanziamento europeo di tre milioni e 200mila euro, metteremo subito alla prova la dieta sardo-mediterranea. Insieme al King’s college di Londra, verificheremo l’efficacia dei nostri cibi genuini su cento coppie di gemelli. Uno mangerà all’inglese, l’altro all’ogliastrina, e noi sappiamo già chi fra i due supererà di slancio tutti i test sulla qualità della vita. Il secondo». (ua)



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