La Nuova Sardegna

Più scuole e più imprese armi anti spopolamento

di Claudio Zoccheddu
Più scuole e più imprese armi anti spopolamento

Zone interne a rischio desertificazione, pacchetto di leggi per invertire il trend

09 febbraio 2020
4 MINUTI DI LETTURA





INVIATO A SANTU LUSSURGIU. È un’emorragia che mette a rischio il futuro del cuore della Sardegna. Esistono più termini in grado di definire l’abbandono delle zone interne, il più usato è “spopolamento” ma il più efficace sembrerebbe quello mutuato dagli studi sul clima: desertificazione. Perché, in fondo, si tratta di questo e la definizione di deserto sul dizionario parte dalla qualità che unisce il caldo del Sahara al freddo dei poli: sono superfici terrestri disabitate. Una condizione che potrebbe interessare molto presto vaste aree della Sardegna. Il processo, per fortuna, non è irreversibile ma per edificare un argine servirebbero interventi rapidi e funzionali. Attorno a un fenomeno che caratterizza i tempi moderni, non solo in Sardegna, regna il silenzio.

Il convegno. A rompere la finta tranquillità con cui si attende di chiudere interi paesi per l’assenza degli abitanti, qualcuno prova ad evitare il tracollo delle zone interne nell’unico modo possibile: proponendo soluzioni. Era questo il senso del convegno “Indagine sullo spopolamento e iniziative legislative per invertire la tendenza” finanziato dai parlamentari sardi del Movimento 5 stelle con la collaborazione della Regione, dell’Anci, dell’Uncem e del comune di Santu Lussurgiu, che ha ospitato l’iniziativa nella sede della fondazione Hymnos. In ballo c’è il futuro, ma anche il presente, di tanti paesi di un’isola che sembra destinata a perdere migliaia di abitanti nel giro di pochi anni, quando paesi come Semestene, Armungia, Monteleone Rocca Doria saranno solo ricordi. Secondo il sindaco di Santu Lussurgiu, Diego Loi, che ha aperto il convegno di ieri, la colpa sarebbe della scarsa attrattività che spinge i giovani a cercare casa e fortuna altrove: «Per questo serve un piano straordinario di interventi che permetta ai Comuni di intervenire sui fabbricati e di abbattere le tasse per le attività produttive». Un parere condiviso dal presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, che è anche il sindaco di un comune a forte rischio “desertificazione”, Bortigiadas. «Non esiste una ricetta che possa risolvere questi problemi. Serve una legge quadro – sostiene Deiana – che metta insieme i quattro pilastri che possono sostenere i piccoli comuni: la casa, la famiglia, la terra e il lavoro. La casa è un diritto e la sistemazione delle 260mila case abbandonate nei comuni della Sardegna farebbe ripartire l’edilizia. Siamo anche l’unica regione italiana che non ha una legge sui terreni incolti, che sarebbero un’occasione per i giovani ma dovremo anche rafforzare i servizi per le famiglie e sostenere il lavoro, ad esempio partendo dalla pastorizia. Per riunire questi e altri interventi presenteremo una proposta di legge in consiglio regionale». Per una volta, però, il governo ha iniziato a lavorare prima della Regione e di tanti enti locali. La proposta di legge “anti-spopolamento” presentata dal senatore pentastellato Gianni Marilotti è al secondo tentativo, che potrebbe essere quello buono se la sua proposta entrasse nella scia del decreto Milleproroghe che verrà discusso in questi giorni alla Camera. L’idea prevede nuove normative per le autonomie scolastiche dei territori svantaggiati, che significa scongiurare le chiusure, e un fondo a disposizione dei Comuni da destinare al sostegno degli insegnati disposti a lavorare nelle aree a rischio spopolamento: «Fino ad ora è stato poco o niente – ha detto Marilotti –. È una battaglia durissima ma dobbiamo provarci senza assecondare l’esodo, come invece succede». Daniela Ducato, imprenditrice di Guspini, ha messo in fila una serie di proposte che potrebbero incentivare l’impresa, anche nelle zone più isolate: «La continuità territoriale per le merci è fondamentale, così come è necessario che i bandi che vengono proposti siano studiati per i territori che dovrebbero risollevare. E poi di potrebbero premiare le aziende virtuose, magari con voucher facili da rendicontare che possano permettere nuove assunzioni, con la fiscalità di vantaggio e anche con il telelavoro». Debora Porrà, sindaca di Villamassargia, ha scommesso sui servizi alle famiglie con “i poli innovativi dell’infanzia” destinati all’istruzione dei bimbi in età prescolare e del tutto gratuiti. A Cabras il sindaco Andrea Abis sta provando a coniugare la cultura con l’economia puntando, con tante difficoltà, sui Giganti di Mont’e Prama. Anche La Nuova Sardegna gioca la sua parte con il progetto La Nuova @Scuola, che avvicina i giovani al mondo del lavoro. Marco Bussone, presidente dell’unione nazionale delle comunità montane, ha alzato il tiro: «Lo Stato non può far finta di nulla. Dovrebbe imporre ad Anas, Rfi ed Enel un pacchetto di investimenti nelle zone svantaggiate, come ha fatto con Poste Italiane».

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative