La Nuova Sardegna

Monumento della Brigata l’omaggio di Mattarella

di Giovanni Bua
Monumento della Brigata l’omaggio di Mattarella

Il presidente andrà prima all’Università e poi all’inaugurazione in piazza Castello L’emozione del generale Di Stasio che ha ideato la colonna: «Sarà un onore»

22 febbraio 2020
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SASSARI. Cadrà lunedì mattina il velo che copre il monumento in onore della Brigata Sassari in piazza Castello. A tagliare il nastro saranno il sottosegretario alla Difesa Giulio Calvisi e il comandante dei Dimonios, il generale Andrea di Stasio, sotto gli occhi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si impreziosisce con un nuovo gioiello la mattinata sassarese del capo dello Stato. Che, dopo aver presenziato, primo presidente della storia, all’inaugurazione del 458° anno accademico dell’università di Sassari, si trasferirà intorno a mezzogiorno in piazza Castello per assistere alla cerimonia di inaugurazione del monumento in onore della Brigata Sassari, finito a tempo di record dagli uomini del 5° reggimento genio guastatori di Macomer.

A raccontare i dettagli di una visita inattesa quanto fortemente voluta il generale Andrea Di Stasio, che la “colonna” di granito posata nel cuore della città per i suoi sassarini ha fortemente voluto, e che ora trepida inorgoglito al pensiero che il capo dello Stato sarà il primo a poggiarvi sopra gli occhi. «Devo prima di tutto – spiega – ringraziare il rettore Massimo Carpinelli. Che, tra gli altri, ha il merito di aver portato a Sassari il presidente della Repubblica. E poi il sottosegretario Giulio Calvisi, che era pronto a venire in città per inaugurare il monumento alla “Sassari” il primo marzo, anniversario della fondazione della Brigata. Quando abbiamo saputo dell’arrivo del presidente è stato automatico cercare di far coincidere due eventi così importanti per la città. E, grazie alla grande disponibilità di tutti, amministrazione comunale in testa, ai miei superiori diretti e al capo di Stato Maggiore dell'Esercito, ho potuto realizzare quest'opera per la quale avremo l'onore di ricevere la visita del capo dello Stato, coronamento massimo di un percorso ricco di significati, che unisce simbolicamente tante eccellenze della nostra comunità».

E da qui, tra una citazione di Dostoevsky e Cusano, le scuse per ogni volta che gli luccicano gli occhi parlando dei suoi Diavoli Rossi, la pattadesa, ricevuta in regalo dai sassarini, simbolo riservato a chi è considerato vero capo, che mostra con orgoglio, il “babbu mannu” della “Sassari” dispiega il suo racconto d’amore per «Un’isola e una città che mi hanno stregato», per un ruolo «che ti investe di una responsabilità maggiore, diversa. Che non riguarda solo i tuoi soldati, ma quello che per tutta l’Isola devono rappresentare», per «un corpo che mai avrei immaginato di comandare». Fulgido, e inarrivabile, esempio di eroismo nel passato. Ma anche eroi moderni di un futuro difficile, nel quale questi professionisti cercano di difendere la pace».

A loro è dedicata la colonna di granito di Alà dei Sardi («Mi avevano chiamato per una cerimonia, ho visto le cave di granito, e subito ho chiesto al sindaco se era disposto a donare un blocco per un monumento alla Brigata Sassari. Non ho fatto in tempo a finire la frase») che affonda le radici nel cuore di Sassari («Ho chiesto con vigore che venisse scelta piazza Castello, cuore pulsante della città, oltre che sede del nostro comando e del museo storico») e guarda in alto, come ricorda il verso che è inciso sulla base, scritto quasi 20 anni fa dallo stesso Di Stasio («ma ho preteso che non venisse firmato») «Solo chi ha conosciuto la durezza del suolo e l’asprezza della terra, può ammirare la bellezza del Cielo».

«Il Cielo – spiega il generale – rappresenta Dio che ha accolto sos mannos e anche la speranza e i successi futuri a cui devono tendere i nostri ragazzi, la nostra mezzus gioventude, il popolo sardo, che quando è unito, può mirare in alto. Perché una cosa ho imparato guidando la “Sassari”, per conquistare i sardi devi guadagnarti il loro rispetto. Ma se, con il loro rispetto, li guidi nell’affrontare qualsiasi impresa, diventano invincibili».

E così, seguendo il filo delle suggestioni e dei moti d’animo che hanno portato alla cerimonia di lunedì, Di Stasio svela simboli e significati di un monumento dedicato alla pace, alla fratellanza, al futuro: «La scritta in oro Forza Paris, il grido di battaglia dei dimonios, diventata per tutti i sardi straordinaria dichiarazione di fratellanza, lo stemma storico, con il motto “Sa Vida pro sa Patria”, realizzata in ferro battuto da un fabbro del 5° reggimento genio guastatori, metallo antico e non prezioso, ma per questo ancora più nobile. E poi il richiamo ai Candelieri, da cui l’idea del progetto (di cui il generale ha disegnato la prima bozza progettata insieme all'Ordine degli ingegneri ndr) è nata. Perché la Brigata, come i Candelieri e l'università, sono tre simboli riconosciuti e accettati della città di Sassari e della Sardegna. Da questa piazza i candelieri partono per la faradda, e di fronte al comandante, che sta al fianco del sindaco a Palazzo di Città, ballano. La nostra colonna rappresenta tutti i candelieri».

Poi la targa commemorativa che recita una frase pronunciata dal generale Diaz dedicata alla Sassari dopo l’epica conquista dei “Tre Monti” nel 1918 “Voi non sapete, e forse non saprete mai, quanto avete fatto per l’Italia”. E l’aiuola intorno al monumento, con fiori rossi e bianchi che richiamano le mostrine dei Dimonios. «Simboli di un passato glorioso oltre ogni immaginazione – sottolinea commosso Di Stasio – che deve essere da sprone per essere eroi nel presente».

E il 52enne romano, generale gentile, abituato a inseguire la pace nei teatri di guerra più complessi del mondo, guarda il piazzale della caserma dalla finestra del suo ufficio. «La vita è fatta di valori – chiude pensoso – impegno, sacrifici. Questo io, più di tutto, vorrei dire ai miei ragazzi, a tutti i ragazzi. Se il cuore è puro, e l’obiettivo è alto, si può lanciare una freccia verso il cielo. E i risultati arrivano». E da una chiacchierata col rettore, una visita ad Alà dei Sardi, un candeliere d’oro nel mobile dell’ufficio tenuto a rigirarsi nelle mani, da un verso scarabocchiato in un pezzo di carta, da un progetto che nasce e prende forma, si arriva a un presidente della Repubblica che presenzia all’inaugurazione del monumento per i Sassarini. «L’ho detto, e ne sono convinto. Quando lavoriamo insieme nessuna impresa ci è preclusa. Questo nel mondo tutti lo sanno. Siamo noi che non dobbiamo dimenticarlo mai. Forza Paris!».

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