La Nuova Sardegna

Air Italy e Continuità, per Solinas doppio nodo

Luca Rojch
Air Italy e Continuità, per Solinas doppio nodo

Il governatore deve trovare chi coprirà le rotte in Ct1 da Olbia dopo il 16 aprile. Il disimpegno del Qatar mette in difficoltà il progetto di newco della Regione

24 febbraio 2020
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SASSARI. Il contagio sembra inevitabile. Il caso Air Italy rischia di infettare il fragile sistema dei trasporti nell’isola. Portata a casa la proroga dell’attuale sistema, con Olbia che sembra destinata a ritornare anche lei al modello precedente, e non più alla Ct1 Careddu-Pigliaru. C’è da trovare una soluzione per la Continuità oltre metà aprile.

Air Italy ha riaperto la vendita dei biglietti fino al 16 aprile. Data in cui era prevista la fine dell’attuale regime di continuità. Ma lo farà col sistema del wet lease, affitto di aerei e equipaggi di altre compagnie. E con i suoi lavoratori che resteranno a terra.

Scelta di una compagnia che è finita in liquidazione e non può fare nessun tipo di progetto a lungo termine, né investimenti. Ma sembra scontato che dopo il 16 aprile Air Italy, che di fatto non ha quasi più aerei, né una compagine societaria, si farà da parte. Coprire le rotte senza remunerazione e in perdita non sembra una buona strategia per una compagnia ha appesantito con 200 milioni di rosso il bilancio in un solo anno.

Solinas dovrà gestire una fase di estrema criticità. Perché dovrà trovare in brevissimo tempo una compagnia in grado di garantire le rotte con Roma e Milano da Olbia. E lo dovrà fare con un bando di emergenza. Un po’ come il caso Blue Air ad Alghero. Ma in quel caso c’era già Alitalia che copriva metà delle rotte in Ct1, e di fatto ha dovuto aggiungere un aereo. Trovare una soluzione in tempi rapidi potrebbe essere complicato, in particolare dopo che la politica nei mesi passati ha spinto per far andare via Alitalia da Olbia, proprio per garantire Air Italy e la sua permanenza nell’isola.

I dipendenti. Solinas deve affrontare un’altra emergenza. Quella sociale. Air Italy ha 1450 dipendenti. 550 sono in Sardegna, e il loro destino sembra nerissimo. La liquidazione dell’azienda consente loro di avere un anno di ammortizzatori sociali, solo grazie al decreto della ministra dei Trasporti Paola De Micheli, ma non sembrano esserci molte speranze di un rilancio dell’azienda dopo l’addio del Qatar e il disimpegno dell’Aga Khan.

E anche l’ipotesi di una newco che viene portata avanti dalla cordata delle Regioni, Sardegna, Lombardia e Sicilia, non sembra di avere la possibilità di mantenere un numero così alto di dipendenti. Anche perché questa nuova compagnia sembra già essere in difficoltà prima di nascere. Il disimpegno ufficiale di Qatar airways dai cieli italiani di colpo cancella l’unico partner che aveva a disposizione per portare avanti un progetto ambizioso. Senza aerei e senza socio di minoranza il progetto rischia di schiantarsi ancora prima di decollare.

I dipendenti di Air Italy sembrano avere già capito che l’idea della Regione nasce in salita. E chiedono un intervento della politica e in particolare del governo perché faccia un’attività di moral suasion sul Qatar per fargli rivedere le proprie posizioni e rendere possibile un rilancio di Air Italy.



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