La Nuova Sardegna

l’esplosione nell’ex centrale 

Portovesme, si temono gravi danni

Portovesme, si temono gravi danni

L’ambientalista Cremone: «Fumi nocivi nei campi e nessuno parla»

25 febbraio 2020
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PORTOSCUSO. «Viviamo a Portoscuso e non in un ipotetico “Portofranco” dove può accadere di tutto, anche le cose più gravi, senza che la gente ne venga messa al corrente»: Angelo Cremone e Bruno Calabrò, i due leader di “VerdeSardegnaPulita”, tornano sull’incidente tecnico accaduto lo scorso venerdì nella centrale elettrica dismessa di Portovesme, passata nel tempo da Enel a Terna, dove è esploso un trasformatore con conseguente fuoriuscita e incendio di tonnellate di oli isolanti contenuti nell’impianto. Dalle fiamme si era poi alzata una densa nube nera i cui componenti in sospensione si sarebbero poi depositati nei terreni in un raggio di almeno dieci chilometri, come sostengono Cremone e Calabrò.

Dopo l’incidente Terna aveva precisato che l’azienda elettrica «rispetta i più stringenti standard di sicurezza e rispetto ambientale” e che “gli oli minerali isolanti utilizzati nei proprio trasformatori rispettano i criteri di sicurezza della Comunità europea».

Non la pensano così i due leader di VerdeSardegnaPulita, in particolare Angelo Cremone che nella centrale ex Enel ha lavorato per molti anni. «C’è stato un grave danno ambientale e nessuno dice niente – dicono i due ecologisti – con tonnellate di fumi nocivi sparsi per aria e poi depositati sui terreni in un raggio di dieci chilometri. Cosa hanno fatto Protezione civile e Arpas, preposti a controlli e analisi? – si chiede Cremone – Stanno predisponendo un piano sanitario-ambientale di controllo sulla ricaduta dei fumi e per una eventuale contaminazione?»

Poi l'allarme sanitario: «Che interventi si stavano effettuando al momento dell’incidente nella centrale chiusa da più di dieci anni? Stavano forse travasando dal trasformatore le diverse tonnellate di “apirolio” contenente Pcb (policlorurobifenile)?» chiede Cremone. Sarebbe grave, dato che – spiega l’ambientalista – «si tratta di un noto cancerogeno radioattivo» (luciano onnis)

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