La Nuova Sardegna

La regina della musica dance da Bucarest al mare dell’isola

di Dario Budroni
La regina della musica dance da Bucarest al mare dell’isola

Abita a Olbia Haiducii: con “Dragostea din tei” ha venduto 10 milioni di dischi Dal palco di Sanremo al Parlamento europeo con il costume di Buddusò

02 marzo 2020
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OLBIA. La regina della dance ama la musica classica e raccoglie bacche di mirto in riva al mare. Il peso dei milioni di dischi venduti in tutta Europa non lo ha mai sentito. Neanche quando in radio e in discoteca non facevano altro che passare la sua canzone. Il palcoscenico resta sempre la sua casa ma adesso è sopra una tavola da sup che sembra raggiungere l’apice della felicità. «A Bucarest il mare non c’è, l’ho scoperto qui e non riesco a farne a meno. Mio padre, però, aveva un’ancora tatuata sulla mano perché, da ragazzo, aveva fatto il militare sulla Bricul Mircea, che è come l’italiana Amerigo Vespucci. Probabilmente questo legame profondo con il mare l’ho ereditato da lui». Paula Mitrache, romena naturalizzata italiana, è la cantante che tra il 2003 e il 2004 ha conquistato l’Europa con una canzone poi diventata un simbolo del periodo: «Dragostea din tei». Come Paula Mitrache, comunque, la conoscono in pochi. Alla storia della musica dance lei è passata con lo pseudonimo di Haiducii. Riservata e poco amante della vita da star, aveva venduto dieci milioni di dischi fino a salire sul palco di Sanremo come ospite internazionale. Oggi passa gran parte del suo tempo a Olbia, con il mare costantemente a portata di mano.

Musica nel sangue. Paula Mitrache, nata e cresciuta a Bucarest, aveva cominciato a calcare il palcoscenico fin da giovanissima. «Dalla parte di mia madre c’erano direttori d’orchestra e mio zio era il primo violinista della filarmonica di Bacau. Ho avuto una formazione classica – racconta –. Mio padre, poi, ci ha trasmesso l’amore per l’arte in generale. Ho vissuto in una bella famiglia con due genitori fantastici. Ma quando ho detto che mi sarebbe piaciuto prendere questo tipo di strada loro hanno quasi fatto finta di non sentire. Ho fatto tutto di nascosto, loro mi hanno vista direttamente in tv. È stata mia sorella, con i suoi primi soldi guadagnati, a comprarmi una chitarra e ad aiutarmi a pagare la scuola d’arte». Paula Mitrache era così riuscita a esordire come conduttrice nella tv nazionale romena. Verso la fine degli anni Novanta, invece, l’arrivo in Italia, in Puglia, con un obiettivo ben preciso: coronare il sogno di diventare una cantante.

Il grande successo. Certi treni passano una volta sola e Paula Mitrache è stata brava a prenderlo al volo. È successo nel 2003, quando le era stato proposto di fare una cover, in chiave marcatamente dance, di «Dragostea din tei», un brano in romeno degli O-Zone. «Mi conoscevano tutti come Paula Mitrache, invece la casa discografica ha voluto un altro nome. Ho pensato di tutto, poi mi sono accorta che il nome stava nel testo: “Alo, salut, sunt eu, un haiduc”. E quindi è venuto fuori Haiducii, che vuol dire Robin Hood». Incisa nell’autunno nel 2003, la romena «Dragostea din tei» ha subito scalato le classifiche mondiali. Un successo talmente grande che neanche lei l’aveva messo in conto. «A Capodanno ho partecipato a un evento a Rtl Germania e proprio lì mi hanno aggiornato sui numeri: la canzone ha venduto dieci milioni di copie – ricorda Paula Mitrache –. Per me è stata una esperienza fantastica. Giravo l’Europa e in ogni nazione si creava una nuova band. Abbiamo formato una specie di rete infinita di Haiducii. È stata un’onda impossibile da fermare. Così nel 2004 sono anche andata a Sanremo come ospite internazionale». Ancora oggi, periodo in cui la dance anni Novanta e Duemila è tornata di moda, il brano «Dragostea din tei» ha la stessa capacità di un tempo di scatenare le folle. «Faccio un esempio. Da poco ho cantato a Budapest davanti a 50mila persone. Chiudevo gli occhi e sembrava di essere nel 2004 – racconta –. È questo il vero miracolo della musica. Per me è stato bellissimo, anche perché l’Ungheria e la Romania, storicamente, non sono sempre andate d’accordo. E io, che su quel palco ho cantato in romeno, sono stata accolta benissimo. Tutti hanno cantato con me. La musica è amore e diplomazia». Il successo di Haiducii è stato l’orgoglio dei tanti romeni in quegli anni emigrati in Italia. «È una canzone che ha fatto tanto e tutto questo mi rende felice. Ha una potenza pazzesca. E non dimentichiamo che ci ha lavorato anche Gabry Ponte, un grande della musica dance».

L’amore per la Sardegna. Paula Mitrache non ha abbandonato il mondo della musica. Ancora oggi continua a cantare, a girare l’Europa e a lavorare a nuovi progetti musicali. Nel frattempo è pure diventata mediatrice culturale, costruendo un ponte virtuale tra l’Italia e la Romania con l’associazione Dacia Nicolaiana, fino a diventare consigliera per i rapporti con la comunità romena dell’allora sindaco di Bari Michele Emiliano. Oggi, mamma di un giovane medico, Haiducii si divide tra la Puglia e la Sardegna. E quando sbarca nell’isola è Olbia la sua base. «Mi sono subito innamorata di questa terra, qui io mi trovo benissimo – confessa –. Amo molto le tradizioni locali e una volta mi sono presentata al parlamento europeo con il costume di Buddusò. I costumi mi piacciono tantissimo, quest’anno vorrei indossare quello di Cuglieri. Poi, naturalmente, amo immergermi nella natura della Sardegna, che è davvero fantastica. Io sono una che esce di casa all’alba per godermi il silenzio e la bellezza dei luoghi, come nei nuraghi e nelle chiese campestri. È così che ascolto la mia anima. A settembre ho anche partecipato al pellegrinaggio da Olbia a San Paolo di Monti. Sono comunque davvero tante le cose che mi appassionano, qui in Sardegna. Per esempio andare sul sup. Ma mi diverte molto anche andare a raccogliere il mirto».

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