La Nuova Sardegna

Coronavirus, in Gallura crolla il turismo e Netflix rinuncia al film

di Dario Budroni
L'aeroporto di Fiumicino deserto
L'aeroporto di Fiumicino deserto

Fiori, presidente albergatori di Olbia: a Pasqua meno 70 per cento, ma per ora i mesi estivi tengono

07 marzo 2020
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OLBIA. Il coronavirus si insinua nei conti di chi fa turismo. Il quadro è catastrofico e l’emergenza si riflette per adesso nei mesi di spalla. E se non cesserà nel giro di alcune settimane potrebbe mettere a serio rischio l’intera stagione estiva. Qualche esempio arriva da Olbia, la porta della Sardegna, dove gli albergatori cominciano a rendersi conto che la situazione sta diventando drammatica. Le cancellazioni delle prenotazioni per i mesi di marzo e aprile, in alcuni casi, raggiungono picchi del 70%. In fuga anche la produzione di un film targato Netflix: solo a Olbia erano state prenotate 350 camere, ma appena scoppiato l’allarme i produttori hanno deciso di annullare le riprese e di non sbarcare più in Sardegna.

Il tracollo. Il 2020 era cominciato bene. Poi il tracollo. A raccontare ciò che sta accadendo è Fabio Fiori, presidente dell’associazione albergatori di Olbia, che per illustrare la situazione dà i numeri dell’hotel da lui diretto. «A gennaio avevamo registrato un più 3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – spiega –. A febbraio, per via anche della chiusura dell’aeroporto, il calo è stato del 30%. Ma il vero problema si è presentato quando sono arrivate le prime notizie dal nord Italia: nel giro di pochi giorni sono state cancellate tantissime prenotazioni. Per marzo e aprile, al momento, possiamo fare una stima: 70% in meno». A Olbia, in questo periodo, sono poche le strutture ricettive operative. Il grosso dovrebbe aprire in occasione della Pasqua. «Le prenotazioni per giugno, luglio e agosto stanno per fortuna tenendo, ma il periodo di spalla lo abbiamo perso. E nessuno può sapere quando questa emergenza terminerà – continua Fiori -. Vista la situazione, molte strutture oggi chiuse potrebbero rinviare la riapertura anche dopo la Pasqua. Stiamo lavorando sempre meno, considerato che la nostra città soprattutto in questo periodo ospitava molte persone che arrivavano dal nord Italia per motivi di lavoro».

Retromarcia Netflix. A metà aprile la Gallura avrebbe dovuto ospitare per tre giorni le riprese di un film prodotto da Netflix. Erano state bloccate 350 camere nei principali hotel olbiesi. Ma dopo lo scoppio dell’emergenza è stato deciso di sospendere tutto. Di conseguenza gli albergatori hanno dovuto rinunciare a un guadagno totale di 80mila euro.

Effetto domino. Fabio Fiori sa bene che il crollo delle prenotazioni potrebbe innescare un effetto domino, mettendo in crisi buona parte del sistema economico. «Se non arrivano i turisti vuol dire che non lavoriamo noi, che non lavorano i locali, che non lavorano i produttori né i fornitori – commenta –. In ogni caso non voglio essere catastrofista e spero che questa emergenza finisca al più presto. Prima di tutto lo dico per chi oggi si sta ammalando. Ma spero, comunque, che il governo stia vicino a noi operatori. L’obiettivo è innanzitutto tutelare il lavoro dei dipendenti, perché potrebbero rischiare di essere messi a riposo o di non essere assunti in vista della stagione. È uno scenario che dobbiamo evitare nella maniera più assoluta. Per questo è opportuno che il governo ci metta nelle condizioni di farlo. Ogni impresa ha infatti le sue tasse da pagare e i suoi impegni con le banche da rispettare. Anche Federalberghi ha chiesto al governo di fare in modo che vengano sospesi e traslati i mutui. Tutte le scadenze dovrebbero essere spostate in blocco e quindi non accumulate a quelle dei prossimi anni. Solo così potremo pagare i nostri dipendenti».

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