Coronavirus, negli ospedali sardi tamponi a tutti per fermare l'epidemia
L'assessore Nieddu: l'obiettivo è fare i test per 21mila tra medici e infermieri
CAGLIARI. Medici e infermieri sono sempre più a rischio. Oggi chiunque lavora negli ospedali è diventato un possibile bersaglio del coronavirus. Finora chi indossa un camice ha superato la metà degli oltre cento sardi risultati positivi al Covid-19 censiti dall'Unità di crisi. Una contromisura è indispensabile, urgente. Potrebbe essere quella di sottoporre ai test tutti i 21mila dipendenti del sistema sanitario. La Regione ci sta pensando. Ha in mente di realizzare una strategia, l'ha ribattezzata «tamponi a tappeto», per prevenire il contagio sempre più frequente di medici e infermieri. Soprattutto perché, proprio in questa categoria ad alto rischio, addirittura potrebbero nascondersi molti positivi al coronavirus, ma che ancora non ancora manifestato (e forse mai li manifesteranno) i sintomi evidenti della patologia Covid-19. Quindi, potrebbero essere proprio loro, medici e infermieri, ad alimentare - senza saperlo - i contagi negli stessi ospedali e quando rientrano a casa. Non ci possono essere più dubbi, questa catena del male va interrotta.Modello Wuhan. I cinesi, nel loro inferno, sono riusciti a bloccare l'epidemia solo grazie ai test di massa. E presto, in Sardegna, potrebbe prendere piede una piano d'attacco molto simile. A essere sottoposta ai tamponi non sarebbe però non tutta la popolazione (impresa faraonica e impossibile) ma il personale sanitario e i pazienti ricoverati negli ospedali.
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