«Basta prese in giro, serve tutto qua»
Si sapeva che il virus sarebbe arrivato e non ci si è preparati in modo adeguato - IL COMMENTO
Non ci avete convinto. Non è vero che ha funzionato tutto bene e che ci sono stati solo dei piccoli errori. Ieri Sassari - almeno fino a tarda sera - ha contato quattro morti. Persone umili, silenziose. Nonni e nonne usciti di scena nel silenzio, senza una carezza o l’abbraccio dei propri cari. Non avranno neppure il funerale. Non provateci a dire che “tanto erano anziani”, i morti sono morti. E sono il segno di una sconfitta drammatica per un sistema pubblico che non ha funzionato. Sassari paga il prezzo più alto a causa degli errori che sono stati commessi, e pretendiamo di sapere da chi.
Noi non facciamo processi ma abbiamo l’obbligo di chiedere la verità e attendiamo con fiducia che la magistratura svolga il suo compito.
Questo non è un gioco è una guerra. Non si può assistere al fuggi fuggi per poi vedere chi rimane con la bandierina in mano. No, si sapeva che l’emergenza Coronavirus stava arrivando in Sardegna e i territori erano stati allertati e dovevano prepararsi, con una attenzione specifica alle strutture sanitarie chiamate a definire protocolli e percorsi, calcolare posti e attrezzature necessarie. Invece oggi siamo nella condizione di vedere gente che indossa la mascherina FFp3 per portare il cane a fare i propri bisogni mentre gli operatori sanitari - quelli che devono fronteggiare in prima linea l’attacco del virus - non hanno protezioni adeguate. Anzi, in molti casi non ne hanno proprio. Tanto che siamo al limite della rivolta: potrebbero anche smettere di operare, e invece resistono per senso di responsabilità, perché hanno un grande cuore. Perché sono umani. Non si fa così, non mettiamo tutti dentro un calderone.
La sanità sarda e sassarese è in difficoltà perché da troppo tempo viaggia come se fosse una Ferrari e invece ha il motore di una 500. Oggi tutti attaccano, è giusto quando si contano errori gravissimi e soprattutto morti e centinaia di contagiati. Persone che erano arrivate in ospedale, in quella che doveva essere una zona protetta per farsi curare: erano fiduciosi di tornare a casa guariti, invece per loro e per i familiari è cominciato l’inferno.
Non spariamo a casaccio. Noi stiamo con quei medici, gli infermieri e tutti gli operatori e i volontari che ogni giorno lavorano senza orario e senza riposi per salvare vite umane. Lo fanno quasi a mani nude, si sentono soli e abbandonati. L’Aou di Sassari - tanto per dare un dato - ha in direzione sanitaria due dirigenti medici, esattamente come Ozieri. Vi sembra normale? No, non è normale, anzi è assurdo. Da mesi si parla di un commissario e ora più di prima. Non per rimuovere qualcuno, ma per creare un livello superiore, con le “mani libere” per operare con maggiore agilità e con le idee chiare. Il presidente della Regione, il rettore dell’Università e il sindaco di Sassari pare non abbiano avuto modo di trovare un accordo per la nomina di un commissario. E tutto è rimasto come prima.
Sassari è sotto assedio e non si può andare in guerra con le truppe che a malapena sarebbero utili in una scampagnata. Serve una svolta immediata. Bisogna capire come si possono evitare altri morti, la città e il territorio del Nord Sardegna non possono essere trattati in questo modo. Il messaggio è diretto al presidente della Regione e all’assessore alla Sanità, ma anche a tutti i suoi rappresentanti istituzionali ai vari livelli. Basta con le mozioni e le interrogazioni a raffica, tutti i giorni, solo per mettere la firma ed esporre il simbolo del partito. Carte che non cambiano la situazione di una virgola, non ci servono spettatori che assistono all’agonia del Sassarese. C’è invece bisogno di protagonisti che lavorino concretamente per trovare soluzioni, che rivendichino pieni diritti. Che pretendano rispetto, ora ancora di più perché anche noi contiamo i morti.
Basta con le prese in giro, con quelle frasi rassicuranti che in fondo si “abbiamo sbandato un po’” ma ora va tutto bene. Andrà tutto bene. Non è vero. I Dispositivi di protezione individuali sono ridicoli, mancano tamponi e reagenti che ogni giorno bisogna elemosinare. Se la pressione è qui, se il record dei contagi è qui, se i morti sono qui, allora dirottate a Sassari tutto quello che serve. Noi potevamo essere un’oasi felice, invece ci eravamo illusi. E ora vogliamo sapere se qualcuno ha nascosto comportamenti non corretti, se altri non hanno detto la verità. Il sistema si è rivelato in tutta la sua fragilità. Basta con le prese in giro, vogliamo tutta la verità.
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