La Nuova Sardegna

Libri, web e cibo sano: come affrontare la reclusione in casa

di Valentina Atzeni
Libri, web e cibo sano: come affrontare la reclusione in casa

Il neuroscienziato oristanese Pinna insegna a Chicago: «Stop al fumo, sì alla ginnastica tra le mura domestiche»

3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Non eravamo preparati alle strade vuote, all’isolamento, alle autocertificazioni per uscire di casa. Ma bando a preoccupazioni, ansie e senso di claustrofobia. Sopravvivere alla reclusione forzata si può. Parola di Graziano Pinna, neuroscienziato oristanese dell’Università dell’Illinois di Chicago, che da oltreoceano non può fare a meno che pensare alla sua amata Sardegna. «Anche qui in America le persone si stanno lentamente svegliando e hanno capito l’importanza del chiudersi in casa».

Da vent’anni lo studioso lavora su modelli animali di isolamento sociale e sugli effetti della solitudine nell’uomo. È quindi già al lavoro per l’analisi delle conseguenze dell’epidemia a livello psicologico. «Il mio laboratorio a Chicago è ora in una posizione eccellente per suggerire misure da prendere a riguardo–afferma –. Il contributo del singolo cittadino per il buon esito degli sforzi richiesti dal Governo italiano è fondamentale. Ognuno nel suo piccolo può fare tanto ma è indispensabile tenersi mentalmente impegnati», dichiara Pinna, che regala una sorta di decalogo di sopravvivenza per non perdere la lucidità durante la pandemia. «Nelle lunghe permanenze in casa si possono svolgere attività intellettuali, come leggere e scrivere. Una buona abitudine quotidiana può essere quella di tenere diari giornalieri. Non per auto commiserarsi, piuttosto aggiungendo un pizzico di ironia. A distanza di tempo questi scritti avranno un valore notevole». Grazie all’uso ponderato dei social, secondo il neuro scienziato le ore saranno più piacevoli se riprenderemo i contatti sociali con vecchie amicizie, trascurate a causa del poco tempo e dallo stress che in genere riempiva le giornate. Continuare a essere socialmente attivi ma soprattutto supportarsi come comunità è altrettanto importante.

«Sono originario di Oristano e conosco bene la realtà delle piccole città –racconta Pinna –. Si deve provare a crescere come una famiglia, aiutandosi reciprocamente con atti di solidarietà che nelle metropoli sono più difficili da individuare. I giovani possono aiutare gli anziani: io per esempio quando esco per fare la spesa compro il necessario anche per un gruppo di persone più in là con gli anni». Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale, fa sapere lo scienziato sardo: «Le malattie psichiatriche come la depressione hanno una forte base infiammatoria e il virus crea proprio dei processi neuro-infiammatori, intaccando a livello cognitivo l’individuo: una sana alimentazione a base di vegetali, noci, carni magre, pollo, legumi, pesce grasso ricco di omega 3, è perciò importante per aumentare le difese naturali del corpo». Non solo. Quella da coronavirus, è una malattia del sistema respiratorio e dunque va a nozze con un apparato indebolito dal fumo. Stop alle sigarette pertanto e spazio invece a tappetino e pesi, anche reinventati con ciò che si trova in casa. L’attività fisica in un momento come quello che stiamo vivendo, è basilare. «In questo modo possiamo abbassare la soglia di vulnerabilità». L’impegno di ognuno servirà a far sì che chi non contrae il virus possa restare in salute, fisica e mentale, e non diventi a sua volta bisognoso delle cure mediche. «Sempre valide – ricorda Pinna – le buone norme che ormai ci stiamo abituando a rispettare: mantenere la distanza quando si esce, meglio se di quasi due metri. Le mascherine lasciamole ai medici, la popolazione deve praticare clausura e social distance».

Primo piano
La tragedia

Tempio, in migliaia per l’ultimo saluto a Gaia Costa: «Morte prematura e ingiusta»

Le nostre iniziative