La Nuova Sardegna

Il sindaco di Aritzo annuncia: sono positivo

di Giovanni Melis
Il sindaco di Aritzo annuncia: sono positivo

Mameli avverte la cittadinanza: «Anche a mia moglie è toccata la stessa sorte. Ma stiamo bene»

25 marzo 2020
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ARITZO. Un comunicato di una decina di righe per comunicare alla popolazione di essere risultato positivo al Covid-19. Così la comunità di Aritzo è venuta a conoscenza che il sindaco Gualtiero Mameli ha contratto il virus. Assieme a lui è risultata contagiata anche la moglie. Si tratta del primo sindaco in Sardegna ad avere incrociato la sua strada con quella del coronavirus. Mameli, molto noto nel territorio sia per la sua attività politica ma anche per la sua costante presenza nel tessuto civile e nel mondo dello sport, ha scelto questo modo per dare la notizia, per rassicurare la gente e soprattutto per invitare alla calma. «Con grande rammarico devo comunicarvi che sono risultato positivo al coronavirus – ha scritto Mameli – e la stessa sorte è toccata a mia moglie».

Il primo cittadino ha ritenuto che presumibilmente l’infezione sia dovuta a un contatto avuto con la guardia medica, che operava in paese, ma anche nei centri di Belvì, Gadoni e Tonara. Il medico era stato ricoverato nei giorni scorsi al Santissima Trinità di Cagliari, a seguito di un aggravarsi del suo stato di salute. Da lì era scattato l’allarme nei paesi barbaricini. Gualtiero Mameli ha ripercorso la situazione, chiarendo di essersi sottoposto a una rigida quarantena e di avere fatto gli esami in ospedale. «Ieri siamo stati al San Francesco di Nuoro e abbiamo eseguito i tamponi, di cui stamattina ci è stato comunicato l'esito. La radiografia toracica alla quale siamo stati sottoposti non ha per fortuna evidenziato problemi ai polmoni, per cui siamo potuti rientrare nella nostra abitazione». Mameli ha informato l’Ats e ha fornito un elenco di persone con cui ha avuto contatti. Le sue condizioni sarebbero buone. «Solo io presento sintomi e sto seguendo un’apposita terapia». Infine l’esortazione alla cittadinanza «Vi invito tutti alla calma e a continuare a stare a casa. Mi dispiace immensamente per questa situazione, auguro a tutti di uscirne presto». Continua quindi lo stato di allarme anche in montagna, dopo la notizia di un contagio a Gadoni e dei due recenti scoperti a Fonni. All'insorgenza dei primi casi di positività al coronavirus nel territorio, registrati a Gadoni, i piccoli comuni si attrezzano come possono a combattere una battaglia contro un nemico invisibile, assai insidioso. Ci si tutela come si può, soprattutto con la prevenzione; uscite azzerate e segnalazione al medico di eventuali sintomi.

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