La Nuova Sardegna

Si allunga la chiusura delle scuole Ma niente lezioni in estate

di Valentina Roncati
Si allunga la chiusura delle scuole Ma niente lezioni in estate

La ministra Azzolina: «Le notizie sulla didattica a distanza a luglio non hanno fondamento» Ritorno negli istituti non il 4 aprile, ma solo quando lo autorizzeranno le autorità sanitarie

28 marzo 2020
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ROMA. A scuola non si tornerà i primi giorni di aprile: la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina lo ha annunciato ieri intervenendo sulla Rai a La Vita in diretta. «Sicuramente ci sarà una proroga: si andrà oltre la data del 3 aprile, l'obiettivo è garantire che gli studenti ritornino a scuola quando sarà stra-certo e stra-sicuro che possono tornare: la salute è prioritaria», ha scandito. E smentendo voci che si rincorrevano da giorni, ha ribadito quello che lei stessa aveva già detto: non ci saranno prolungamenti dell'anno scolastico. «Notizie sulla didattica a luglio o ad agosto non hanno alcun fondamento, significherebbe dire che il personale della scuola non sta lavorando e non è così. Se la didattica a distanza funziona, come sta funzionando, non c'è alcun motivo per andare a luglio o agosto: le strutture scolastiche non sono idonee, tra l'altro. Se ci sarà necessità lo si farà in un secondo momento. Scenari che vanno troppo oltre sono irresponsabili, bisogna guardare quelli del momento e poi assumere le decisioni». Alle tante domande che arrivano dagli studenti sull'esame di maturità non ha fornito altre risposte. Giovedì in Senato aveva annunciato che le commissioni saranno composte solo da membri interni - 6 - più un presidente esterno. Ieri ha assicurato che nel giro di pochi giorni «daremo tutte le altre informazioni in merito agli esami di Stato e di terza media». E d'altra parte, ha aggiunto, «il percorso di uno studente è lungo, se parliamo dei maturandi è iniziato 5 anni fa, gli apprendimenti dei loro allievi i docenti sanno valutarli». Sull'ammissione con il 5, ha smentito nuovamente voci circolate in proposito: «Io - ha chiarito - non ho mai detto nulla del genere. I nostri insegnanti stanno lavorando tantissimo, in una situazione complessa anche perché la rete non funziona bene e c'è il problema del digital divide; se abbiamo tantissima parte di scuola che sta lavorando come si deve, non ho motivo di dire se ci sarà il 5 o il 6: le valutazioni le fa il personale docente in piena autonomia». A chi dovrebbe essere rimandato, «si permetterà di recuperare gli apprendimenti, laddove fosse necessario. Sono decisioni che stiamo vagliando sulla base di quando e se si tornerà a scuola». La ministra ha avuto parole di elogio per i docenti «stanno facendo un lavoro titanico», ed ha ribadito che la didattica a distanza «non è solo trasmettere conoscenze, gli insegnanti sono punti di riferimento eccezionali, soprattutto in territori come in Lombardia, nel Veneto, in Emilia Romagna, gli insegnanti stanno vicini agli studenti dando loro conforto. La scuola è un presidio dello Stato, rappresenta in molti momenti la parte più sana della giornata di un ragazzo. I ragazzi riacquistano il sorriso, la didattica a distanza rappresenta per ora soprattutto questo».

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