La Nuova Sardegna

Coronavirus, in Sardegna ammortizzatori sociali per sette aziende su dieci

Coronavirus, in Sardegna ammortizzatori sociali per sette aziende su dieci

L’allarme di Confindustria: «Il 60 per cento delle imprese ha sospeso l’attività». Chiesti provvedimenti che aumentino la liquidità e lo stop ai versamenti tributari

03 aprile 2020
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CAGLIARI. L’indagine di Confindustria non lascia certo spazio alle interpretazioni su quali siano stati finora gli effetti dell’emergenza Covid-19 e su quali ancora più devastanti potranno esserci in futuro. «In Sardegna oltre il 60 per cento delle imprese – scrive l’associazione degli industriali – ha sospeso l’attività. Su dieci aziende ben sette hanno attivato gli ammortizzatori sociali per i dipendenti. L’80 per cento, invece, denuncia sin da subito problemi forti o gravissimi di liquidità finanziaria». Dopo questo sondaggio dai risultati cosi spaventosi, non ci possono essere più dubbi: tutta l’economia è stata messa in ginocchio dalla pandemia e la risalita sarà tutt’altro che semplice. Serve una terapia d’urto, scrive Confindustria, «per superare il difficile periodo che stiamo attraversando e non soccombere perdendo altre quote di mercato, il che vorrebbe dire soprattutto un calo verticale dell’occupazione, sono indispensabili strumenti immediati e straordinari da parte della Regione». Secondo Confindustria, oltre quello che è stato annunciato, «bisogna assicurare subito liquidità alle imprese e sospendere nel breve e medio periodo i principali versamenti tributari». Per proseguire con la necessità di «un piano emergenziale per la ripresa, in particolare nel campo delle infrastrutture, dell’ambiente, dell’energia e dei trasporti, con le più coraggiose semplificazioni amministrative e procedurali possibili». È per questo che gli industriali chiedono alla politica di «superare le contrapposizioni e cercare la massima coesione».

Sulla carta le premesse per un lavoro comune fra maggioranza e opposizione sembrano esserci tutte, anche se pare comincino a venir fuori i primi problemi. Nelle ultime ore c’è stato un via vai di comunicati spigolosi. Il Pd ha scritto: «L’appoggio alle azioni della Giunta – scrivono i dem in Consiglio regionale – è condizionato dall’accoglimento di due punti essenziali: un provvedimento che preveda subito contributi a fondo perduto per piccole imprese, professionisti e autonomi, e l’utilizzo di tutti i fondi disponibili per il rifinanziamento del reddito d’inclusione sociale, intorno ai 45 milioni, a sostegno delle povertà estreme. Noi chiediamo alla Giunta di accogliere queste proposte nel disegno di legge in preparazione, o Solinas andrà avanti da solo».

La replica del centrodestra è stata immediata: «Siamo pronti al confronto su ogni intervento. L’importante però che lo spirito sia quello del dialogo e non quello della contrapposizione di cui, in questo momento, la Sardegna non ha proprio bisogno».

Un forte richiamo all’unità, che però finora secondo loro non c’è stata, arriva anche dai tre partiti del centrodestra non presenti in Consiglio regionale: Uds, Fortza Paris e Sardegna Civica. «Non solo non è stata coinvolta la minoranza – scrivono – ma neanche chi ha contribuito a far vincere le recenti elezioni regionali, rinunciando così ad un apporto ricco di esperienze e competenze». (ua)

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