La Nuova Sardegna

Il governatore Solinas: rinforzati i reparti di terapia intensiva

Christian Solinas
Christian Solinas

"Sono arrivati diversi ventilatori, anche grazie a delle donazioni, e monitor multiparametrici" . Il comitato tecnico scientifico: "Resistenza dei sardi al coronavirus? Tutto da dimostrare, meglio intanto stare a casa".

04 aprile 2020
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CAGLIARI. Alle 19/19.15 il presidente della Regione Christian Solinas si collega ogni giorno in diretta con i giornalisti e tiene una videoconferenza per fare il punto della lotta al Covid 19 nell'isola. ll governatore ha deciso di presentarsi ogni giorno  per riferire dei passi avanti nella gestione dell'emergenza sanitaria, comunicare i numeri, i progressi fatti in Sardegna e le eventuali nuove comunicazioni alla popolazione inerenti il Coronavirus, Oggi 4 aprile, accanto al governatore anche Francesco Cucca, in rappresentanza del Comitato tecnico-scientifico, per illustrare le linee guida della Regione. In chiusura è intervenuto anche il professor Cappuccinelli.

Solinas ha subito detto che "sono arrivati diecimila kit di reagenti da utilizzare per gli esami. Abbiamo anche registrato _ prosegue _ un cospicuo arrivo di nuovi ventilatori attraverso donazioni, da soggetti pubblici e privati, che vanno a rinforzare i reparti di terapia intensiva. Oggi ne sono stati recapitati 17: due dalla Protezione civile nazionale, mentre gli altri 15 arrivano da donazioni. Sei a Cagliari da parte di Massimo Cellino, che ringrazio, e nove a Oristano da Snam. A breve dovrebbero giungere anche i 16 acquistati dalla protezione civile regionale a completare i nostri reparti. Sono arrivati anche 220 monitor multiparametrici, sempre per i reparti di terapia intensiva".

Solinas ha anche parlato degli 874 casi sardi di positivi, con il 66,9 per cento dei casi segnalati sinora a Sassari e provincia. "432 in provincia di Sassari, 116 nella città metropolitana di Cagliari, sono le zone in cui è più diffuso il contagio. 277 comuni  sardi non presentano alcun caso. Oltre 200 casi, c'è invece solo il comune di Sassari".

"Il dato del raffronto con il resto d'Italia è indietro di una giornata _ sottolinea ancora il presidente _, con la Sardegna che percentualmente ha il maggior numero di persone positive in isolamento domiciliare e non ha quindi biogno di ospedalizzazione. Anche nel caso di ospedalizzati non in terapia intensiva, percentualmente la Sardegna ha il numero migliore, più basso. La Sardegna poi con appena il 3 per cento di pazienti in terapia intensiva è una delle Regioni che ha avuto meno bisogno di arrivare a questo tipo di ricovero. Per quanto riguarda i decessi, siamo in totale a 41, con il 68 per cento degli uomini. La ripartizione: il 68 per cento a Sassari e il 12 per cento a Cagliari città metropolitana".

"Ricordo _ dice ancora Solinas _ di aver ancora una volta prorogato il controllo sui movimenti da e per la Sardegna, un monitoraggio stretto nei porti e sui voli, con regime di accessi limitati dai decreti della presidenza del consiglio e dalle mia ordinanze, che ci hanno aiutato a contenere la diffusione del virus".

"C'è stato oggi 4 aprile _ ha aggiunto _ il primo carico di rifiuti prodotti dalle persone attualmente in isolamento, come da ordinanza, che vengono smaltiti all'inceneritore di Macchiareddu".

Il professor Cucca, del comitato tecnico-scientifico regionale, è poi intervenuto  a sua volta. Sia lui che gli altri componenti stanno lavorando su questo fronte a titolo gratuito, come ha voluto sottolineare il governatore Solinas. "La commissione è al lavoro da diversi giorni _ ha detto Cucca _. Ma ovviamente serve un po' di tempo per poter esprimere valutazioni complete, sotto il profilo epidemiologico, e di fare previsioni a breve e medio termine. Per poter poi guidare la successiva normalità. Una nuova normalità rispetto a quella a cui eravamo abituati. La ricognizione dell'esistente è in corso, su quello che è stato fatto sinora, fondamentale per una risposta coordinata e sistematica".

Cucca ha aggiunto che "siamo in una fase molto delicata, e con dei risultati determinati dalle cautele che si stanno realizzando. Abbassare la guardia significherebbe solo aumentare i contagi e i decessi. Da sottolineare che chiunque circoli èdeve usare le mascherine, che servono tantissimo, anzi direi che sono fondamentali: se le indossano tutti diventano di primaria importanza per evitare il contagio da persone asintomatiche a persone che invece non sono infettate. Su questo punto c'è una convergenza scientifica".

Il professor Cappuccinelli, a sua volta, ha invitato al "massimo sforzo per bloccare l'epidemia. Se tutte le precauzioni vengono mantenute, ci sarà una risoluzione prima parziale e poi, con i vaccini, una soluzione definitiva del problema".

Nell'intervista al Corriere della sera, il virologo Andrea Crisanti ha sottolineato che un inizio di fase due si potrebbe immaginare prima di tutto in Sardegna. "Certamente la Sardegna _ ha detto Cappuccinelli _, se riesce a contenere la diffusione del virus, potrebbe essere una delle prime regioni in cui viene allentata la serie di precauzioni, ma non è ancora il momento davvero di parlarne".

"Direi che deve essere la Sardegna _ ha aggiunto Cucca _ a decidere quando allentare la morsa delle precauzioni, abbassare la guardia, prima di poter iniziare a pensare a riaperture".

I due componenti del comitato tecnico scientifico hanno frenato sulla suggestiva ipotesi che i sardi abbiano una maggiore resistenza al coronavirus per la contiguità della popolazione isolana con la malaria. "E' un terreno di studi ma bisogna dimostrarlo".  Sul tema anche Solinas ha chiarito: "Attenti, non ci sono evidenze scientifiche. Quindi si resta tutti a casa".

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