La Nuova Sardegna

Coronavirus, mascherine indispensabili e la distanza è la vera difesa

di Claudio Zoccheddu
Coronavirus, mascherine indispensabili e la distanza è la vera difesa

I consigli di utilizzo del presidente dell’ordine dei farmacisti di Sassari:  «Serve attenzione. E per fare la spesa sono efficaci anche quelle chirurgiche»

04 aprile 2020
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SASSARI. Mentre la comunità scientifica è impegnata a discutere il grado di permanenza del Coronavirus nell’aria, c’è un aspetto su cui tutti si dicono sostanzialmente d’accordo: le “mascherine” saranno un accessorio che ci accompagnerà per molto tempo. Per questo è necessario fare chiarezza sui tipi di prodotto indicati, sulle modalità d’uso e sull’efficacia in rapporto al tempo di utilizzo. Anche se la distanza di sicurezza di un metro (meglio se un metro e mezzo) resta il miglior presidio contro la diffusione del virus.

«Si può dire che possono essere divise in due gruppi – spiega il presidente dell’ordine dei farmacisti di Sassari, Roberto Cadeddu – i dispositivi di protezione individuale e quelli che invece impediscono il contagio da parte di eventuali soggetti asintomatici». Ormai le definizioni sono entrare nell’uso comune e tutti hanno sentito parlare dei dispositivi Ffp1, Ffp2 e Ffp3. Molti, infatti, le utilizzano anche per andare a fare la spesa: «Si tratta di dispositivi di protezione individuale che impediscono il contagio al portatore ma che, sostanzialmente, nella vita di tutti i giorni non hanno molto senso perché non impediscono il contagio se il portatore è infetto, a meno che non si usino insieme a quelle chirurgiche. Infatti le utilizzano perlopiù i medici che entrano in contatto con pazienti Covid-positivi, proprio per proteggersi dall’infezione perché costretti ad avvicinarsi molto oltre le misure di sicurezza. Oltre le 8 ore di utilizzo, però, perdono efficacia. Possono essere sanificate – continua Cadeddu – che non vuol dire che vengano rigenerate».

Quelle che invece vengono chiamate “chirurgiche” senza filtri, sono invece l’unico prodotto che potrebbe impedire ulteriori contagi: «Attenuano in maniera sensibile eventuali starnuti o colpi di tosse da parte di soggetti asintomatici. Ma, da sole, servono a poco – continua il farmacista –. Perché la loro performance sia buona è necessario rispettare la distanza di sicurezza ma bisogna anche sapere come metterle e come toglierle nella maniera corretta. Mi capita di vedere, ad esempio, persone che se le aggiustano in continuazione, che le spostano perché magari portano gli occhiali e, così facendo, vanificano la protezione».

La durata, invece, è davvero breve. Il che è spiegato dalla dicitura “monouso” che le accompagna che si traduce, nel dettaglio, in un utilizzo compreso tra le 2 e le 4 ore. «Tecnicamente possono essere sanificate, soprattutto la parte interna, ma perdono parte della loro efficacia – continua Cadeddu che poi boccia senza appello i dispositivi artigianali: «Ora vengono prodotte in deroga, cioè non hanno le certificazioni ministeriali e probabilmente non le avranno mai perché hanno la stessa efficacia che può avere una sciarpa. I materiali artigianali non sono in grado di bloccare la particelle del virus, che sono piccolissime, né in entrata né in uscita, il che le rende inutili».
 

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