La Nuova Sardegna

Coldiretti: subito gli aiuti alle aziende agricole

di Antonello Palmas
Coldiretti: subito gli aiuti alle aziende agricole

«La Regione sblocchi i 90 milioni delle domande arretrate e poi faccia i controlli» La task force non è mai partita ma ora l’emergenza impone scelte urgenti

05 aprile 2020
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SASSARI. Sbloccare subito i 90 milioni di aiuti all’agricoltura, alcuni in stand-by da anni, ed effettuare solo in seguito i dovuti controlli: non è una soluzione, ma “la” soluzione che Coldiretti Sardegna chiede con urgenza alla Regione per garantire ai lavoratori di migliaia di aziende agricole messe a dura prova dall’emergenza Coronavirus la liquidità necessaria per non morire. Sono fermi a causa delle lentezze burocratiche e l’accumulo esponenziale di domande sui tavoli di Argea, fondi relativi alle domande per Psr e calamità naturali, già attesi con ansia da tempo e mai così vitali: per l’organizzazione agricola. Per l’esattezza, quaranta milioni sono gli aiuti per il ristoro dei anni provocati dalla siccità del 2017, dei quali a tre anni sono stati impegnati appena 4 milioni; 13 invece riguardano le calamità del 2018; a questi si aggiungono i 30 milioni del benessere animale e i 10-15 milioni di altre misure del Psr (difesa del suolo, integrato). Una situazione di stallo che la Regione aveva deciso di risolvere creando una task force per il disbrigo. «Ma è ancora ferma al palo, per dissidi interni alla maggioranza, nonostante l’impegno e la buona volontà del presidente Solinas» spiega l’organizzazione, che chiede al presidente della giunta regionale «una presa di posizione netta» e interventi straordinari per far arrivare i denari nei conti delle imprese agricole, riservandosi di fare i controlli ex post. E ricorda che non si tratta di nuovi denari ma fondi già presenti nelle casse di Argea, attesi da tutti i settori dell’agricoltura, ad esempio gli allevatori di bovini che attendono da anni questi denari per perdite ingenti, o le carciofaie che stanno affrontando una ennesima stagione negativa, quest’anno ancor più aggravata dall’emergenza sanitaria. Solo i pastori li hanno già ricevuti con una corsia preferenziale nei mesi successivi alla calamità, con controlli ex post proprio come si chiede ora.

Allarme anche il florovivaismo, fermato in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini. In Sardegna a rischiare sono circa 2500 imprese medio piccole, con circa 4000 occupati (il florovivaismo ha il più alto rapporto investimento-occupato), con un valore di affari di circa 25 milioni di euro. Grazie alla Coldiretti nei giorni scorsi il Governo ha chiarito sul via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, mercati, punti vendita e vivai. Ma la situazione rimane drammatica, a causa del divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali, le difficoltà nelle esportazioni e le numerose disdette dal mercato delle pubbliche amministrazioni, legate all'utilizzo delle piante nei lavori di abbellimento e decoro urbano. Per venire incontro al settore Coldiretti ha lanciato la campagna #balconifioriti, con un appello alla grande distribuzione, ai mercati e a tutti i punti vendita aperti affinché promuovano la vendita di fiori e piante made in Italy, invitando tutti gli italiani a mettere fiori e piante nei propri giardini, orti e balconi come segno benaugurante della primavera che segna il momento del risveglio.

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