La Nuova Sardegna

Coronavirus, allarme nelle case di riposo della Sardegna: i sindaci chiedono aiuto

di Giovanni Bua
Coronavirus, allarme nelle case di riposo della Sardegna: i sindaci chiedono aiuto

Record di positivi. Il primo cittadino di Ossi: mandate i medici militari

05 aprile 2020
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SASSARI. Dalle grandi case di riposo cittadine, da settimane ormai epicentro del contagio (a Casa Serena ieri sono arrivati i risultati dei tamponi sul personale con 39 positivi su 70), l’allarme si sposta nelle strutture per anziani dei paesi, se possibile ancora più deboli e difficili da “ospedalizzare”. E, mentre il tremendo bollettino di guerra si aggiorna ogni giorno (giovedì è morta a Su Meraculu di Bitti una 98enne di Posada), si alza il grido d’aiuto dei sindaci, in prima linea a combattere, senza aver però armi a disposizione.

«La situazione sta diventando ingestibile per la salute degli ospiti e di chi quotidianamente li assiste. Mancano le condizioni minime per assicurare una gestione tale da evitare un ulteriore dilagare del Covid sia all’interno che all’esterno della struttura», scrive il sindaco di Ossi Giovanni Serra, invocando l’intervento dei medici, civili o militari che siano. A Villa Gardenia i positivi sono 26: 13 anziani (su 54 presenti) e 13 operatori su 30. Con un’anziana già deceduta nei giorni scorsi e un’altra ricoverata all’ospedale di Sassari.

Abbastanza per scrivere una lettera «disperata» al prefetto di Sassari, alle Unità di crisi regionale e locale e alla Protezione civile, per chiedere interventi immediati per evitare che da quel focolaio il contagio si estenda a tutto il paese, dove sono già stati registrati altri 11 casi di positività al Coronavirus, e diverse persone sono in isolamento fiduciario a domicilio. «Assegnate alla nostra struttura medici ospedalieri o dell’esercito e infermieri professionali che possano valutare le condizioni generali dei pazienti, le eventuali prescrizioni antivirali, l’eventuale dimissione degli ospiti negativi alle indagini sanitarie, per l’accoglienza dai loro parenti. Si sollecita un intervento immediato, vista la gravissima situazione che si è manifestata e che non accenna ad arrestarsi senza interventi professionali qualificati».

Ospedalizzazione già avvenuta invece nella casa di riposo Su Meraculu di Bitti, trasformata in un reparto Covid-19 dopo la positività al virus di 18 ospiti su 21. Giovedì notte il nuovo decesso, si tratta di una donna di 98 anni di Posada. È la seconda croce dopo la signora di 87 anni di Bitti, morta nei giorni scorsi all’ospedale San Francesco di Nuoro. Nella casa di riposo erano risultati positivi anche 5 dei 14 operatori sanitari in servizio, messi in quarantena e sostituiti.

Numeri drammatici anche alla casa di riposo Biccheddu-Deroma di Porto Torres, dove sono 19 gli anziani positivi, con un decesso, il 29 marzo, di un uomo di 84 anni. E i medici di base cittadini che hanno chiesto al sindaco una struttura dove trasferire con urgenza gli ospiti negativi .

Rimane poi l’epicentro della crisi, Casa Serena a Sassari. Dopo giorni di attesa sono arrivati i risultati dei tamponi sul personale: 39 persone sono state contagiate dal virus, su circa 60 che hanno fatto il test. Restano ancora una decina di dipendenti in attesa di sottoporsi al tampone. Nella casa di riposo di proprietà del Comune, gestita dalla cooperativa Coopas, ci sono anche 49 anziani positivi al Covid-19 e 60 negativi. All'inizio di marzo a oggi sono morti 25 ospiti, di cui 12 sicuramente positivi. «Ci sono dipendenti – attacca il segretario territoriale della Fp Cgil, Paolo Dettori – che aspettano ancora il tampone e ci dicono di avere sintomi. Ci pare grave, ed è ancora più grave che non si sia dato ascolto all'allarme lanciato da dipendenti e sindacati, due settimane fa. Questi i sono risultati». «Tutti gli anziani delle Case di riposo e altre realtà simili risultati positivi al tampone devono essere immediatamente trasferiti nei Covid Hospital, oppure nelle unità operative dedicate – attacca il segretario territoriale della Cisl Fp, Antonio Monni –. Bisogna fare in fretta, è inaccettabile continuare ad assistere a tutte queste morti annunciate».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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