La Nuova Sardegna

Corsa ai prodotti per dolci con il cibo ci si consola

di Antonello Palmas
Corsa ai prodotti per dolci con il cibo ci si consola

In cucina vince il fai da te e così nei supermarket vanno a ruba farine e lieviti Preparati per torte, pizza e cioccolato nel carrello. E si spende di più

09 aprile 2020
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SASSARI. Ha cambiato le abitudini di tutti, anche quelle dei consumatori. L’emergenza Covid si fa sentire, e tanto, nel momento di fare la spesa e anche i punti vendita della grande distribuzione hanno dovuto fare in fretta ad adattarsi: spesa online, alcuni persino con l’uso di Whatsapp, servizi a domicilio, addetti al “traffico” della clientela che, dicono tutti i responsabili, è diventata incredibilmente collaborativa e disciplinata. Ma ciò che balza all’occhio è soprattutto la grande richiesta di prodotti per fare dolci e pizze in casa, tanto da mettere in crisi fornitori pure strutturati e di gran fama.

Franco Fois, presidente di Insieme che controlla i punti vendita Conad del Nuorese, conferma: «Sembra quasi che si sia innescata una gara, come testimoniano i social pieni di immagini di torte, addirittura le famiglie provano anche a fare in casa il pane o la pizza. Così mancano molti tipi di farine e lieviti, li stiamo sostituendo con altri marchi ma in qualche modo si riesce a soddisfare le richieste». Non solo dolci, la smania e l’esigenza che trasforma tutti in chef ha fatto calare gli acquisti della gastronomia pronta. «In generale – spiega Fois :– ci si concentra su beni di prima necessità. Conad ha bloccato da subito i prezzi dei prodotti di largo consumo, a parte l’ortofrutta che è legata ad altre logiche, ad esempio alla mancanza di manodopera e all’aumento dei costi dei trasporti. Abbiamo notato un calo delle vendite del pesce di fascia alta. Incrementi, notevoli per i disinfettanti di ogni tipo, non facili da trovare. Le mascherine? Ci vengono proposte a prezzi stellari, è difficile metterle in commercio a quelle condizioni».

Anche Stefano Ibba, direttore generale di Crai, conferma la tendenza all’acquisto di generi che potremmo definire “consolatori”, un trend che definisce “Il pasticcere in casa”: «C’è il ritorno alle preparazioni casalinghe, sono così cresciute in maniera esponenziale gli acquisti di prodotti come uova, farina, miele, zucchero, burro, che seppure costanti erano da tempo in leggero decremento per la competizione con i consumi fuori casa». Ibba segnala, specie dalla quarta settimana di regime-Covid «una crescita di volumi di vendita dei market di quartiere, per effetto dei limiti alla mobilità e per la voglia di evitare le file. Nella prima fase del lockdown sono aumentati gli acquisti di prodotti a lunga scadenza, tipici della scorta: sono esplosi i “rossi” (quelli legati al pomodoro), tonno in scatola, pasta, Latte Uht, carta igienica, pasta di semola, detersivi per le stoviglie. Ora si assiste a un incremento dei freschi, ma quelli confezionati, considerati più sicuri, ma mediamente più costosi: la gente ha paura di approcciare il salumiere.

Simone Perra, direttore dei Supermercati di Sardegna (Gruppo Cellino) sottolinea un cambio anche nelle modalità della spesa: «In media gli scontrini hanno totali più alti e sono di meno, segno che la clientela ha capito che è opportuno circoscrivere il numero delle uscite. Inoltre è cambiata la distribuzione nell’arco della giornata: prima concentrata tra le 10,30 e le 13 e dopo le 18, ora è più omogenea, per evitare le code e i contatti. A mio parere le chiusure domenicali hanno avuto l’effetto contrario a quello che ci si proponeva, dato che sabato e lunedì gli afflussi crescono».

Un altro aspetto: la tendenza ad accontentarsi di ciò che si trova, anche di marche che magari non si sarebbero scelte in periodi normali. «Abbiamo assistito a un incremento dei consumi nell’ortofrutta, anche dovuto allo stop imposto agli ambulanti. E poi quelli dei prodotti per cura casa e cura persona, praticamente raddoppiati, perché è più difficile raggiungere i grandi centri specializzati». E i festeggiamenti per Pasqua? Niente paura: «Non si vendono le colombe, proprio per la moda di farsi i dolci in casa – spiega Perra – ma le uova di cioccolato vanno fortissimo». A dimostrazione che nonostante il momento c’è voglia di normalità.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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