La Nuova Sardegna

Coronavirus, un bonus da 1600 euro per 50mila famiglie sarde

di Umberto Aime
Coronavirus, un bonus da 1600 euro per 50mila famiglie sarde

La legge da 120 milioni approvata all’unanimità dal consiglio regionale

09 aprile 2020
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CAGLIARI. All’unanimità, come doveva essere. In una manciata di minuti, la legge salva famiglie è stata approvata da tutti i partiti. Dopo Pasqua l’extra bonus, che vale 120 milioni, sarà suddiviso fra i Comuni e per due mesi, marzo e aprile, gli 800 euro cominceranno a essere distribuiti dalla prossima settimana. In un Consiglio regionale semideserto, a causa dell’emergenza coronavirus, tutto è filato liscio. Non ci sono stati intoppi dopo tre giorni di trattative serrate fra maggioranza e opposizioni. Alla fine l’Aula ha dato il via libera a un testo snello, gli articoli sono appena tre, comprensibile, non è per nulla appesantito dalla burocrazia, ma che soprattutto produrrà effetti immediati. «È un aiuto alle famiglie stremate dalla lunga ed estenuante quarantena», hanno detto, uno dopo l’altro, i 48 consiglieri presenti, più buona parte della Giunta, e comunque tutti con la mascherina. In estrema sintesi la legge è quello che doveva essere: un segnale forte di vicinanza, speranza e ripresa.

Gli aggiustamenti. Rispetto all’ultima bozza circolata la notte prima, le correzioni sono state pochissime. Prima di tutto è stato cancellato il limite dei 10mila euro depositati dalle famiglie in banca o alle Poste, e quindi la platea dei beneficiari sarà ancora più ampia. Poi, oltre ai lavoratori dipendenti delle aziende costrette a chiudere dalla dichiarazione dello stato d’emergenza in poi, il 31 gennaio, e agli autonomi, altre categorie sono state incluse nell’elenco di chi riceverà il doppio contributo. Se già si sapeva dell’ingresso nella lista di disoccupati, ex stagionali e cassintegrati, sono stati aggiunti, ad esempio, i soci lavoratori delle società di capitale e individuali. Il numero delle famiglie che riceveranno l’assegno è difficile da calcolare, una stima accenna ad oltre 50-54mila, ma di sicuro – come ha detto il governatore Christian Solinas – «tutte quelle in difficoltà non le abbiamo lasciate sole».

L’autocertificazione. Il punto cardine della legge è proprio la dichiarazione spontanea di chi chiederà gli 800 euro. Di fatto è stata confermata la strategia di «instaurare un rapporto fiduciario con i cittadini», gli eventuali controlli non saranno prima, ma semmai successivi all’erogazione. Nella domanda ogni capofamiglia dovrà dichiarare, agli sportelli del Comune di residenza, che il suo reddito, a febbraio e marzo, è stato inferiore agli 800 euro mensili e quindi «trovarsi in uno stato di oggettiva difficoltà». Nei prossimi giorni spetterà alla Giunta precisare ancora meglio i criteri che poi saranno trasferiti ai Comuni. Perché saranno i Comuni a erogare il contributo dopo una ripartizione dei 120 milioni in base al numero di residenti e disoccupati e anche all’incrocio fra l’elenco dei vari redditi di cittadinanza, nazionale e regionale, e delle partite Iva che hanno ricevuto i 600 euro dall’Inps.

Famiglie numerose. Per i nuclei oltre le 3 persone, il contributo sarà aumentato di 100 euro per ogni componente in più.

Cumulabilità. Il contributo di 800 euro potrà essere incassato anche da quanti hanno ottenuto altri benefici recenti, ad esempio i 600 euro a favore delle Partite Iva, o precedenti, come il reddito d’inclusione sociale o Reis, e quello nazionale di cittadinanza. Ma in ogni caso il contributo finale non dovrà superare gli 800 euro sia a marzo che ad aprile.

Gli esclusi. Il contributo non andrà alle famiglie dei lavoratori dipendenti le cui aziende non hanno chiuso i battenti e a chi fra febbraio e marzo ha potuto contare su un reddito complessivo, compresa l’eventuale pensione, superiore ai 1.600 euro.

I commenti. Da quello del presidente Consiglio, Michele Pais, «sono orgoglioso della responsabilità dimostrata dall’Aula», a quello di Solinas: «È un aiuto importante e immediato. Abbiamo tra l’altro in preparazione un nuovo intervento, oltre ai 110 milioni già stanziati, a favore delle imprese, dello sport e dello spettacolo». Poi, nell’ordine, l’assessore al bilancio, Giuseppe Fasolino, «i tempi di erogazione saranno brevissimi», Gianfranco Ganau del Pd, «abbiamo ridotto al massimo la burocrazia», Desirè Manca, M5s, «i beneficiari ora sono aumentati», Franco Mula, Psd’Az, «è un impegno straordinario», Pierluigi Saiu, Lega, «integriamo i contributi insufficienti del Governo», Francesco Agus, Progressisti, «i soldi devono arrivare alle famiglie il prima possibile». Ancora: Giovanni Antonio Satta, Riformatori, «il ruolo dei Comuni sarà fondamentale ancora una volta», e Daniele Cocco, Leu, tra l’altro insolito relatore della legge nonostante stia all’opposizione: «Non è proprio il reddito d’emergenza che avremmo voluto, ma ci andiamo molto, molto vicino».

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