La Nuova Sardegna

Appalti pubblici elettronici a rischio dopo il boom

Appalti pubblici elettronici a rischio dopo il boom

L’allarme di Confartigianato imprese: nel 2019 grandi numeri per l’isola, ma ora tante incognite

15 aprile 2020
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SASSARI. Tra le “vittime” del Covid-19 si teme possa esserci un mercato, quello degli appalti pubblici elettronici, che per le imprese sarde stava diventando un’opportunità estremamente interessante ma che potrebbe conoscere una frenata. A porsi il problema è Confartigianato Imprese Sardegna che fornisce dati molto buoni per il 2019, definito un anno boom per la piattaforma Mepa, dove le pubbliche amministrazioni registrate possono consultare un catalogo elettronico, confrontare e acquistare i beni e servizi offerti anche dalle imprese sarde abilitate sul sistema: ci sono stati 80 milioni di euro di beni e servizi venduti in rete da imprese sarde e acquistati dalla Pa, il 53% del totale degli acquisti che ammontano a 151 milioni di euro. Un dato in crescita: nel 2018, il valore degli acquisti della pubblica amministrazione sarda fu di 133 milioni di euro, di cui 72 andarono aggiudicati alle imprese sarde.

Ma per il 2020 le previsioni non sono certo in rialzo, vista la situazione di stallo dell’intero sistema economico. Il presidente degli artigiani Antonio Matzutzi teme «una frenata che potrebbe abbattersi sulle imprese già duramente provate dalla chiusura imposta dal decreto» e si dice «preoccupato per il rallentamento di un sistema che negli anni ha garantito opportunità a entrambe le parti. Da un lato, le piccole imprese che potevano partecipare agli appalti pubblici utilizzando procedure veloci e trasparenti; dall’altro, lo strumento consentiva alla pubblica amministrazione di avvalersi di beni e servizi di qualità locale”.

I numeri confermano la crescita esponenziale di uno strumento che ormai rappresenta il principale punto di riferimento delle pubbliche amministrazioni per gli acquisti di importo inferiore alla soglia comunitaria: nel 2019 attraverso il Mepa sono stati acquistati beni e servizi per 5,2 miliardi di euro. Solo cinque anni fa, nel 2012, il valore degli acquisti era un decimo di oggi.

Le imprese sarde abilitate alla Piattaforma sono 4.209 mentre quelle attive sono 1.852 su un totale nazionale di oltre 136 mila abilitati e circa 65 mila attivi. I numeri più consistenti si rilevano a Cagliari con oltre 52milioni di euro (qui ci sono 1.323 imprese abilitate di cui 635 attive); poi c’è Sassari, con oltre 38 milioni (808 abilitati e 397 attivi). Ultima l’Ogliastra: quasi 3milioni (195 registrati e 59 attivi).

Il 99% delle aziende abilitate appartiene alle piccole medie imprese e quasi 7 imprese su 10 sono microimprese e in tal modo anche i soggetti che non hanno una dimensione sufficiente per partecipare alle grandi gare d’appalto trovano accesso al mercato della domanda pubblica. Antonio Matzutzi confida sul fatto che il sistema non si arresti e che spera che «nella ripartenza, gli appalti pubblici saranno fondamentali per la ripresa ». (a.palm.)

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