La Nuova Sardegna

Legambiente ai sindaci: «Serve un futuro green»

di Claudio Zoccheddu
Legambiente ai sindaci: «Serve un futuro green»

Sette proposte degli ambientalisti per programmare le città nel dopo Covid-19 «Turni al lavoro e a scuola per snellire il traffico, auto e mezzi pubblici elettrici»

19 aprile 2020
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SASSARI. È i pensiero più dibattuto, quello che si spinge addirittura oltre la progettazione dell’ormai famosa “fase 2”. Immaginare come sarà il mondo dopo la prima pandemia del nuovo millennio è complicato, al punto che il rischio di presentarsi ai nastri di partenza senza un’adeguata preparazione non è improbabile. Per evitare i ritardi, Legambiente ha stilato sette proposte destinate ai sindaci delle città sarda in cui immagina un futuro all’insegna della mobilità sostenibile e del lavoro flessibile e intelligente. Biciclette, auto elettriche, scaglionamenti nei posti di lavoro e nelle scuole, per scongiurare gli assembramenti, il traffico e per evitare l’assalto ai mezzi pubblici nelle ore di punta.

L’appello. «Le nostre città – sostiene Annalisa Colombu presidente regionale di Legambiente – possono essere un banco di prova per dimostrare che si può cambiare il mondo, sperimentando le vie green verso nuovi modelli di sviluppo. Occorre intervenire subito sulle misure che hanno una valenza sanitaria e ambientale e che possono rispondere alle regole imposte dal Covid-19». La tempestività è alla base del ragionamento degli ambientalisti: «Dovremo arrivare pronti all’appuntamento delle prossime settimane. Per questo proponiamo le sfide per la “riapertura”, tutte concrete e attuabili nell'arco di pochi mesi, a risorse relativamente contenute e alcune già disponibili», aggiunge il responsabile scientifico, Vincenzo Tiana.

Le proposte. Si inizia dalla rivoluzione degli orari: «Modifichiamo ingressi ed uscite da uffici e scuole, appiattendo l’ora di punta e distribuendo meglio il traffico. Questo aiuterà ad utilizzare meglio i mezzi pubblici, da convertire progressivamente a trazione elettrica, ed eviterà di creare inutili code in auto muovendoci tutti alla stessa ora». La sicurezza è il secondo punto: «Le persone avranno paura a prendere i mezzi pubblici per timore del contagio. Sarà fondamentale un continuo e attento monitoraggio, di mezzi e stazioni, dove serviranno controlli e tornelli per contingentare gli ingressi oltre a garantire una quotidiana sanificazione». Un’altra frontiera da raggiungere sono le città a misura di pedone: «Avviamo il processo di pedonalizzazione delle città dandoci obiettivi sfidanti e progressivi per i prossimi 10 anni. Creiamo percorsi pedonali senza barriere architettoniche, in modo da migliorare la vita di tutti ma soprattutto delle categorie svantaggiate». Il quarto punto è dedicato alle bici: «È il mezzo che permette il migliore distanziamento: ora il momento di realizzare percorsi ciclabili temporanei sulle strade più frequentate, per poi dotarli di protezioni e passaggi esclusivi mirando a trasformarli nei mesi successivi in vere ciclabili. Sono interventi a costo quasi zero, le risorse per realizzare vere ciclabili ci sono: nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati 150 milioni di Euro per il cofinanziamento di percorsi ciclabili urbani». Le auto sono immaginate in versione “sharing” o a propulsione elettrica: «I sindaci devono farsi sentire. Cosa aspetta il Ministero dell'Ambiente ad attuare il “Programma Buoni di mobilità” previsti dal decreto Clima già approvato? Sono previsti 75 milioni per il 2020 e 180 milioni di euro per le annualità successive». Infine, lo smart working: «Questo periodo ha dimostrato che si possono ridurre gli spostamenti grazie a Internet, evitando di sprecare tempo in auto o sui mezzi pubblici. Ai sindaci chiediamo di spingere di riorganizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica e di aiutare le attività che scelgono questa direzione».

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